Chi è Alberto Prestininzi, il professore negazionista che Salvini ha scelto per il comitato del Ponte sullo Stretto?

La struttura di coordinamento per il Ponte sullo Stretto fa già discutere. A provocare diversi mal di pancia è la scelta del nuovo Direttore per l’organismo voluto da Matteo Salvini.
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Francesco Castagna 21 Settembre 2023

Se ti è capitato negli ultimi mesi di guardare la televisione, forse ti sarà capitato di assistere a un siparietto tra un docente di geologia e un'attivista di Ultima Generazione, Chloe Bertini, che per protesta si è alzata e ha lasciato lo studio televisivo.

È professore ordinario di Ingegneria della Terra presso l’Università di Roma "La Sapienza", con specializzazione in geologia. Stiamo parlando di Alberto Prestininzi,  nominato da Matteo Salvini a capo della struttura che dovrà occuparsi della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture gli ha conferito l'incarico il 19 settembre, con l’assenso della regione Sicilia e della regione Calabria. Assieme a lui è stata approvata una rosa di nomi inviati al MIT, nella quale sono presenti personalità del mondo accademico di spessore, ognuno con la propria specializzazione, tutti necessari per la valutazione di ogni fase prevista per l'opera.

Fin qui tutto bene, se non fosse che Prestininzi è noto per aver più volte espresso dubbi sul cambiamento climatico. Come ti dicevo, il geologo negli ultimi mesi si è scontrato proprio con Chloe Bertini di Ultima Generazione, sostenendo che non esistono prove effettive del fatto che l'umanità si trovi nel mezzo di una crisi climatica.

"La Terra dal punto di vista climatico non è stata mai bene come adesso", ha spiegato in un'intervista a La 7 il geologo Prestininzi. Non la pensa sicuramente allo stesso modo Johan Rockström, dopo aver studiato e teorizzato i limiti planetari, avvertendo il mondo scientifico del fatto che l'uomo li stia progressivamente superando.

Non solo, ma abbiamo evidenze del fatto che la Terra non è più in grado di fornire i servizi ecosistemici tali per il sostentamento della nostra specie, gli oceani e i mari sono sempre più caldi e gli eventi naturali nel corso degli ultimi anni sono diventati sempre più violenti.

"Io sono convinto che lei è ignorante", così si era rivolto Prestininzi a Bertini, mentre l'attivista si è alzata e, mentre lasciava lo studio, ha spiegato che la presenza stessa di un negazionista nello studio fa parte del problema. "Anziché discutere di quanto sia importante smettere di investire immediatamente in combustibili fossili, per mitigare gli effetti già visibilmente gravi dell’effetto serra, si perde tempo, ancora, a negare l’evidenza…", hanno scritto gli attivisti di Ultima Generazione sui loro social.

Non solo, ma in diverse interviste il neo Direttore della Struttura per il Ponte sullo Stretto ha spiegato che l'IPCC è composto da economisti e non da esperti nel settore. Sappiamo che non è così, poiché migliaia di ricercatori provenienti da tutto il mondo contribuiscono al lavoro dell’IPCC su base volontaria. Inoltre il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici composto da tre gruppi diversi di lavoro, tra cui ci sono anche economisti, ma non solo.

A breve vedremo quale sarà l'approccio di Prestininzi sul Ponte sullo Stretto, per ora sappiamo che il geologo è stato in precedenza consulente della società pubblica Stretto di Messina spa, liquidata e poi riattivata.

Il coportavoce dei AV/SI, Angelo Bonelli, ha dichiarato in una nota di voler presentare un'interrogazione parlamentare: "La scelta di MatteoSalvini di nominare il Prof. Alberto Prestininzi come coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico sul Ponte dello Stretto, da lui definito di ‘alto valore’ è fortemente discutibile . Prestininzi è noto per essere uno dei firmatari della petizione “L’emergenza climatica non esiste” una posizione che nega apertamente la crisi climatica globale. Le sue dichiarazioni, tra cui l’asserzione che “l’Italia è uno dei paesi più piovosi d’Europa. Non parlateci di siccità, fate le dighe,” dimostrano un approccio antiscientifico e fuori dalla realtà delle sfide ambientali e climatiche che il nostro Paese e il mondo intero affrontano".