Corniglia

Cinque Terre, crollo a Corniglia: perché la falesia può cedere

Sabato 19 agosto un parte della parete rocciosa sotto il borgo di Corniglia, nelle Cinque Terre, è crollato davanti agli occhi di bagnanti e turisti. Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma la paura è che eventi simili possano verificarsi di nuovo. D’altronde già in passato sono stati avviati progetti di monitoraggio per limitare i danni dell’erosione marina sulle parete costiere dell’area del Parco delle Cinque Terre.
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Maria Teresa Gasbarrone 21 Agosto 2023

Sarebbe dovuto essere un normale sabato al mare, invece per i turisti che affollavano la spiaggia nei pressi di Corniglia, uno dei più affascinati borghi delle Cinque Terre, in Liguria, quello del 19 agosto è stato tutt'altro che un pomeriggio come tanti.

Davanti ai loro occhi è letteralmente crollato un tratto di falesia, quello subito sotto il borgo, in corrispondenza del cimitero del terzo dei cinque famosi villaggi sulla costa spezzina, situato sulla punta di un promontorio a strapiombo sul mare, a circa 100 metri di altitudine.

A parte lo spavento dei presenti – alcuni di loro hanno ripreso la scena e diffuso online le immagini -, fortunatamente non c'è stato nessun ferito.

Eventi simili hanno già interessato le Cinque Terre: da anni l'area è oggetto di progetti di monitoraggio per ridurre e prevedere i danni provocati dall'erosione marina, in quanto definita "a rischio cedimento".

Il crollo

Nel primo pomeriggio di sabato 19 agosto alcuni quintali di roccia si sono staccati dalla falesia sotto l'antico borgo della Riviera ligure di Levante, nel comune di Vernazza, Spezia.

Come spiegato dal sindaco di Vernazza, Franco Villa, "tanta polvere, ma per fortuna nessun danno è stato segnalato al paese visto che il distacco è avvenuto nella parte bassa".

La sala operativa della Capitaneria di Porto della Spezia ha inviato nell'area interessata dal crollo un battello veloce da Levanto per monitorare la situazione fino al tramonto, ma fortunatamente non sono state rilevate criticità.

Per quanto riguarda le cause dell'avvenimento, è difficile non pensare – ha detto il sindaco – a cosa accadde nel 2021 a Camogli, sempre in Liguria, quando, in una dinamica simile, crollò il cimitero di piccolo centro, facendo rovinare in mare circa 415 bare.

"Ovviamente a tutti è venuto in mente quello che è successo a Camogli nel 2021, ma oggi parliamo di un evento molto più lieve".  Il primo cittadino aveva già in quell'occasione esposto le proprie paure sul destino del cimitero di Corniglia, oggi ribadite: "Sorge su una falesia che si sta inesorabilmente sgretolando, come tutto il paese", ha sottolineato Villa, promettendo nuovi accertamenti nei giorni a seguire.

Perché la falesia può cedere

Per capire perché si possono verificare distaccamenti di roccia, come quello di sabato 19 agosto, bisogna tenere a mente che la falesia è per definizione una scarpata molto ripida che si è formata per l'intensa azione erosiva del mare sulla costa rocciosa e in genere, soggetta a continuo arretramento.

L'azione erosiva del mare sulla parete rocciosa è infatti continua, rendendo possibili eventi come distaccamenti, smottamenti o veri e propri crolli di materiali rocciosi.

Basta pensare che solo qualche anno fa, nel 2017, il Parco nazionale delle Cinque Terre era stato parte di un progetto di monitoraggio e studio – "Maregot", nato da una collaborazione tra Toscana, Sardegna, Regione Transfrontaliera e Corsica per un budget totale di quasi 5 milioni di euro – destinato proprio a ridurre i danni provocati dall'erosione marina e dal dissesto idrogeologico sulle parete costiere e sulle falesie di un'ampia area in comune tra le Regioni interessate, e nello specifico, per quanto riguarda le Cinque Terre, il tratto di costa che va da Riomaggiore a Monterosso.

Tra le zone definite "critiche" dal punto di vista degli eventi franosi era compreso anche il sentiero che collega Corniglia con Manarola, e la parete rocciosa e area costiera del promontorio di Corniglia, definiti "a rischio cedimento".