
Gabbie minuscole, catene e museruole. Nessuna tutela del benessere degli animali, oltre alla palese forzatura di dover "esibirsi" in giochetti che di divertente hanno solo l'arricchimento delle casse del circo. L'ultima tappa che ha segnato il caso del Circo Martin è un'altra conferma al fatto che gli animali non sono giochi o strumenti per lo spettacolo umano ma esseri viventi che vanno rispettati e tutelati in quanto tali. I responsabili Eusanio Martino e Adam Caroli sono stati condannati anche in appello a 4 mesi di reclusione confermando così la sussistenza del reato di maltrattamento e tutti i punti della sentenza di primo grado dell'anno scorso.
A puntare i riflettori sul Circo Martin ci pensa la Lav che nel 2009 inizia a seguire tutti gli spostamenti della compagnia circense indagando sulle condizioni in cui gli animali sono detenuti. Le immagini girate durante la tournée in Sardegna sono drammatiche ed eloquenti e le riportiamo in questo video girato all'epoca in cui sono ben visibili le costrizioni che dovevano subire ippopotamo, cammelli, dromedari, leonessa, zebre, cavalli, bovini e pappagalli, tutti in gabbia e costretti ad uscire solo per gli spettacoli.
L'inizio della vicenda giudiziaria risale, poi, al 2014 quando la LAV deposita una denuncia alla Procura di Tempio Pausania (OT) che procede al sequestro preventivo. Per la prima volta in Italia la Magistratura dispone il sequestro di tutti gli animali di un circo, il più grande sequestro di animali in una struttura di spettacolo mai effettuato nel nostro Paese. La vera e propria confisca avviene nel 2018, quando gli animali sono portati via dal circo, affidati alla Lav e trasferiti finalmente in strutture idonee, al Centro di recupero di Semproniano, che restituisce loro un po' di dignità e benessere dopo anni in cui vedevano il mondo solo attraverso una grata.
Al processo che si apre nel 2021, la richiesta del Pubblico ministero Gianmarco Vargiu, per ciascuno degli imputati, Eusanio Martino e Adam Caroli, titolari del circo Martin, sono sei mesi di reclusione, di cui il giudice ne conferma quattro nella prima condanna del 2022 con il reato di maltrattamento. L'udienza rappresenta già un caso unico e inedito e un primo precedente a cui la giurisprudenza italiana potrà far riferimento anche in futuro. Ora, una doppia vittoria avviene con la conferma della pena anche in appello e il riconoscimento della sussistenza di "sevizie, comportamenti e fatiche insopportabili". Dopo nove anni dalla prima denuncia, giustizia è fatta, anche se, purtroppo, sono ancora circa 2000 gli animali che hanno bisogno di essere liberati dai circhi italiani. Ti invitiamo, nel frattempo, a sostenere i circhi senza animali, realtà in cui lo spettacolo non è sinonimo di sofferenza.