Cittadini che difendono gli alberi: in campo per salvare il verde urbano dai tagli selvaggi

Troppo verde urbano viene sacrificato ogni giorno a causa di tagli molto invasivi che a volte potrebbero non essere necessari, come testimonia il grande numero di battaglie vinte in loro difesa nella storia delle nostre città.
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Sara Del Dot 27 Maggio 2021

Prima c’erano gli alberi. Poi, all’improvviso, niente. Niente foglie verdi, niente rami, niente nidi. Solo un tronco mozzato a ricordare quanto è facile radere a suolo secoli di crescita in appena qualche minuto.

È successo a Vieste, dove lo scorso dicembre 53 pini domestici in salute sono stati fatti sparire con la giustificazione fossero diventati un pericolo per i pedoni. È successo anche ad Avezzano dove 7 alberi storici presenti nella piazza sono stati eliminati e sostituiti da alberi di ferro nonostante le richieste e il desiderio di confronto di cittadini e associazioni. Ed è accaduto a Cagliari dove un intero viale alberato è stato “spogliato” del verde per poi subire una riqualificazione in cui non sembra esserci posto per nuove piante.

Ciò che è accaduto in queste città potresti averlo visto con i tuoi occhi avvenire nella tua. O averne sentito parlare attraverso i racconti di qualcuno che ha deciso di contrastare le misure che mettono gli alberi in secondo piano rispetto al resto degli elementi necessari per mantenere un centro abitato in salute.

Gli alberi e più in generale il verde urbano, infatti, sono parte importantissima nelle nostre città. Anche se spesso non ce ne accorgiamo, anche se li diamo per scontati, anche se siamo abituati a vederceli portare via perché malati, perché intralciano il passaggio dei pedoni, perché troppo vecchi. Interventi che vengono effettuati forse, in alcuni casi, a cuor troppo leggero.

E pensare che a volte basterebbe un po’ di attenzione e cura in più per poter salvare ciò che resta del verde nelle nostre città. Un controllo in più, una voce in più, una considerazione leggermente maggiore. Come è accaduto a Peschiera Borromeo, dove appena qualche mese fa 240 pioppi cipressini rischiavano l’abbattimento ma grazie alla determinazione di alcune cittadine sono rimasti dov’erano, in seguito a diverse perizie e analisi richieste dalla cittadinanza e da movimenti informali per la tutela dell’ambiente pubblico.

Leggendo queste storie e molte altre viene da chiedersi come sia possibile che siano i cittadini stessi a doversi mettere in prima persona, anima ma soprattutto corpo a imporre controlli più stringenti sulle necessità di intervento sugli alberi che si trovano nelle città, a difendere non soltanto il verde pubblico ma anche la salute del territorio, dei suoi abitanti e dei suoli su cui poggiano. Ed è proprio per colmare questa lacuna che da un gruppo informale nato sui social network ma ben determinato a salvare tutto ciò che di verde c’è sulle nostre strade, nelle nostre piazze e nei nostri parchi ha da poco lanciato una petizione per chiedere una tutela istituzionalizzata degli alberi e del verde urbano.

“Questi tagli indiscriminati di cui sono vittime gli alberi delle città sono una vera e propria emergenza racconta Elisabetta Brunetto, referente del gruppo Difensori della Natura e promotrice della petizione. “Le amministrazioni locali effettuano questi tagli selvaggi e indistinti per le ragioni più varie spesso senza considerare se sia possibile salvarne alcuni, intervenire in maniera meno invasiva, dare loro una speranza. Così abbiamo pensato di creare questa petizione per porre fine a questo scempio, sollevando il tema e affrontandolo una volta per tutte anche a livello politico.”

Difensori della Natura è nato lo scorso marzo dall’idea di un avvocato cassazionista e oggi conta oltre 41.000 iscritti tra professionisti e cittadini uniti dalla volontà di fare qualcosa per il Pianeta a 360 gradi. Al momento la loro battaglia riguarda proprio la difesa di quella natura che troviamo fuori dalla nostra porta.

Gli alberi fanno bene alle comunità, fanno respirare le persone, aiutano a contenere le temperature calde e l’afa, ci proteggono dai dissesti” prosegue Elisabetta. “Certo, noi non siamo integralisti, se un albero è molto vecchio o ha problemi di salute intervenire è necessario. Però bisogna farlo con consapevolezza evitando tagli indiscriminati per fare prima o per prendere la strada più semplice”.

L’idea di base contenuta nella petizione è quella di chiedere un intervento politico nella regolamentazione della gestione del verde pubblico, impedendo tutte queste pratiche dannose per la natura e per la comunità.

“Ci sentiamo sempre impotenti davanti a queste azioni. Quando un cittadino sente che qualcosa non va, che forse si potrebbero fare le cose in modo diverso, non sa a chi rivolgersi, a chi chiedere. Invece dovrebbe poter esprimere le proprie paure e perplessità nel momento in cui vede tagliare gli alberi che fino a ieri facevano ombra alla sua casa e su cui gli uccellini fanno il nido”.