famiglia di cinghiali

Coldiretti, gli agricoltori in piazza contro l’invasione dei cinghiali, ma gli studi confermano che il problema non sono gli animali

Coldiretti ha avviato un’importante manifestazione contro la gestione incontrollata dei cinghiali in città e in campagna. Chiede alle Regioni l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata. Ma le affermazioni dell’associazione di categoria non tornano, secondo alcuni studi e il debunking della LAV.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Castagna 20 Giugno 2024

Quante volte hai sentito parlare di cinghiali in città o nei campi degli agricoltori? Negli ultimi anni questi animali si sono avvicinati sempre più in contesti urbani o dove, in ogni caso, c'è la presenza di attività agricole. Spesso questi casi capitano quando in città non riusciamo a gestire al meglio lo smaltimento dei rifiuti, e quindi animali come i cinghiali sono attratti per ricercare del cibo. Secondo Coldiretti, la principale confederazione di categoria di agricoltori e allevatori, questa tendenza è sempre più problematica. Per questo motivo, il 18 giugno 2024 ha lanciato una campagna con cui ha annunciato di portare tutti i suoi agricoltori associati in piazza, per chiedere alle Regioni l'applicazione delle misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata.

Secondo Coldiretti, "nei piani delle Regioni dovrà essere previsto il coinvolgimento attivo dei proprietari e conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio e la costituzione di un corpo di Guardie volontarie, a livello provinciale, per colmare il deficit di organico della polizia locale con la possibilità di agire anche nelle aree protette".

Si tratta di un altro caso di convivenza tra esseri umani e animali, come in Trentino tra uomo e orso, eppure esistono diversi studi e ricerche che dimostrano come la caccia non sia la soluzione.

Lo studio ISPRA

Un report ISPRA ha mostrato come, nel periodo che va dal 2015 al 2021, l'abbattimento dei cinghiali sia aumentato del 45%. Nonostante ciò, non sono calate le critiche da parte degli iscritti alle associazioni di settore, come Confagricoltura e Coldiretti. In media, si legge nello studio, è stato abbattuto "un numero pari a 300.000 cinghiali all’anno (di cui 257.000 in caccia ordinaria e 42.000 in interventi di controllo faunistico)". La presenza di cinghiali può comportare da una parte danni all'agricoltura, come quelli segnalati da ISPRA,, ma questo non dipende dagli animali. Gli uomini infatti devono imparare a gestire i cinghiali, come per esempio hanno fatto in Svizzera.

Il caso della Svizzera

Proprio per gestire in maniera efficace la presenza di cinghiali e il loro sviluppo, in Svizzera è successo qualcosa di esemplare. Su richiesta dei Cantoni e delle associazioni interessate infatti, l'Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) ha avviato nel Paese un'importante azione di coordinamento, tramite la creazione di un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti dei diversi Cantoni, dell'agricoltura, della caccia  e della biologia faunistica. L'organismo ha offerto un piano in cui si propone, da un lato, una serie di linee guida per gestire in maniera efficace e sostenibile i cinghiali e, dall'altro, un sostegno pratico alla loro caccia e protezione come pure alla prevenzione e al rimborso dei danni che causano.

Il debunking della LAV

Anche la LAV, Lega Anti vivisezione Animali, è intervenuta sulla campagna promossa da Coldiretti. Sui suoi social ha diffuso un debunking delle tesi degli agricoltori iscritti. Secondo LAV infatti, gli agricoltori stessi avrebbero promosso negli anni '70 e 80 l'introduzione di cinghiali provenienti dall'est, più prolifici e più grandi di stazza rispetto a quelli autoctoni, ad oggi estinti. Sarebbero false anche, secondo la LAV, le affermazioni sulle percentuali di incidenti causati dai cinghiali su strada: Coldiretti afferma che i cinghiali avrebbero causato 170 incidenti stradali nel 2023, mentre secondo un rapporto ISTAT al 2022, solo lo 0,01% sarebbe causato da animali selvatici. Il numero poi scenderebbe se, sostiene LAV, se venissero approvati i cosiddetti corridoi faunistici.

Inoltre, LAV afferma che il piano di contenimento della fauna selvatica è già stato approvato dal 2023, e che in nessun modo ha portato alla riduzione degli animali selvatici, in questo caso dei cinghiali. Al contrario, per la LAV è necessario investire sul vaccino immunocontraccettivo, che attualmente è finanziato solo con 500mila euro.