Come adottare un cane dal canile o da un’associazione: il colloquio pre-affido, lo stallo e la staffetta

Hai mai pensato di adottare un cane? Un gesto di altruismo che deve essere valutato bene perché carico di amore per un animale in difficoltà, ma anche pieno di responsabilità da parte di chi adotta. Un colloquio prima dell’affido e qualche consiglio da parte di chi conosce bene il cane, possono aiutare molto in questa scelta così importante.
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Gaia Cortese 16 Febbraio 2019

Adottare un cane non è solo un gesto di altruismo nei confronti di un cane abbandonato. È anche impegno, responsabilità e lungimiranza. Una promessa che deve essere piena di amore. Un atto di cuore che si trasforma nel tempo in un bellissimo dono che ci siamo concessi. Un dono perché con ogni probabilità quel cane adottato ci mostrerà la sua gratitudine per tutta la vita. Una cosa va subito chiarita. Non si va in un canile e in automatico si porta via un cane. Affinché sia una buona adozione, è necessario capire se ci sono le condizioni per prendere a vivere con sé un cane. Non può e non deve essere una scelta fatta con superficialità.

“La prima domanda che faccio è: “Quanto tempo potete dedicargli? – spiega Donatella, volontaria del Canile Fusi di Lissone- . E il secondo aspetto che va chiarito subito è che tutti in famiglia devono essere d’accordo nel voler adottare un cane. Deve esserci la collaborazione di tutti i membri della famiglia perché adottare un cane è comunque un impegno".

Il cane sarà un nuovo membro della famiglia e come tale, è bene che vada d’accordo con tutti, dagli adulti ai più piccoli. Prendere come prima adozione un molossoide di taglia grande con un bambino di pochi anni in casa non è quindi forse la scelta più azzeccata…

Il colloquio pre-affido

Per questo motivo, prima di adottare un cane, viene fatto un colloquio pre-affido, volto a garantire una buona adozione. In questa fase il personale del canile o un volontario di una onlus che collabora con la struttura, indaga un po’ sulla persona o sulla famiglia che vuole adottare. Si cerca di capire quali sono le abitudini della famiglia, gli orari di lavoro, la disponibilità di tempo per portare il cane in passeggiata. Un altro aspetto da considerare è se si tratta o meno di una prima adozione, quanta esperienza ha il futuro padrone con i cani, se è previsto un giardino o se ci sono bambini troppo piccoli in casa o se ci sono altri animali con cui testare un’eventuale convivenza. Se non ci sono sulla carta gravi condizioni per non procedere con l’adozione, l’iter di adozione prosegue.

Cos'è lo stallo

Per stallo si intende una sorta di pre-affido di un cane, o anche di un gatto, in attesa di un’adozione definitiva. “Quando alcuni cani sono in una condizione difficile, per motivi di salute o per ragioni che dipendono dal loro recente vissuto, il canile non è certamente la migliore soluzione. In questo caso, si cerca un’alternativa come lo stallo, una situazione temporanea in vista dell’adozione – spiega Silvia dell’Associazione Gli amici del Pratone di Lissone –. Oltretutto, molti cani hanno bisogno del quotidiano per avere una buona adozione, devono abituarsi a una vita più normale, in casa, condizione che non gli è permessa dietro le sbarre di un canile”.

Lo stallo viene fatto da volontari che quindi aprono le porte della propria casa a un cane abbandonato: impossibile non affezionarsi al cane affidato. Così a volte può succedere che ad adottare il cane sia proprio la stessa persona che offre lo stallo.

Chiedere aiuto

Intraprendere la via dell’adozione senza chiedere alcun consiglio non è il modo migliore per fare un passo così importante. È una scelta che condizionerà la vita di una coppia, di una famiglia o di un single, ma il cane è un compagno di vita per chiunque e come tale, deve entrare a farne parte nel modo migliore senza trasformarla in una vita infernale. Ascoltare quindi l’opinione e i consigli di chi conosce già il cane e prendere il tempo necessario per decidere è la cosa migliore da fare.

Cos'è la staffetta

Sempre più cani vengono adottati dal Sud Italia, dove le strutture sono meno organizzate e carenti di numero rispetto alla concreta necessità di accogliere animali abbandonati. Molti canili del Nord ricevono di conseguenza molti cani che sono stati abbandonati o maltrattati nel Centro e nel Sud Italia e che per una buona adozione percorrono centinaia di chilometri con la staffetta. Si tratta anche in questo caso di volontari che si adoperano per far viaggiare il cane da una città all’altra. Questo succede per ridurre i costi di trasporto e lasciare il cane sempre in buona custodia, a partire da chi lo offre in adozione al futuro proprietario.

"La staffetta è organizzata da persone che possiedono furgoni coibentati sia per il caldo sia per il freddo, al cui interno ci sono gabbie dove viaggiano i cani. Le persone oneste che lavorano con dedizione e serietà hanno furgoni a norma che arrivano a trasportare anche una trentina di animali. La staffetta rimane sempre un trasporto un po' di sofferenza per gli animali, ma se tutto è a norma, gli animali arrivano a destinazione in condizioni ottime – spiega Silvia dell’Associazione Gli amici del Pratone di Lissone -. Gli animali partono di solito di notte, per conciliare loro il sonno e, a seconda della città di partenza, arrivano all'alba o in tarda mattinata. Durante il tragitto gli animali non possono uscire per una questione di sicurezza, è uno scotto che purtroppo bisogna pagare per trasportare questi animali in cerca di una casa, oltretutto in questo passaggio gli animali tendono a essere anche un po' spaventati".

"L'aspetto brutto della staffetta è che quando c'è uno spiraglio di business i malviventi ci si tuffano. Alcuni staffettisti non hanno le carte in regola per farlo, utilizzano furgoni non adeguati e purtroppo è successo che nel tragitto morissero degli animali per un impianto dell'aria condizionata non funzionante o altro ancora. Fortunatamente c'è tutto un tam tam tale, per cui queste persone vengono individuate e si riescono a evitare questi inconvenienti, meglio utilizzare sempre circuiti conosciuti".

La madrina (o il padrino) di volo

"Per questo motivo, alla staffetta tradizionale, per tutti gli animali che provengono dalla Sicilia o dalla Calabria, noi dell'Associazione preferiamo i voli aerei. Il cane arriva con meno traumi e se non pesa più di 10 chili, può tranquillamente viaggiare sotto le gambe della madrina di volo. Purtroppo le uniche compagnie aeree italiane che prevedono il trasporto animali sono Meridiana e Alitalia, perché le compagnie low cost non ne prevedono il trasporto – spiega Silvia -. Con la madrina di volo il cane è considerato un bagaglio. Non ci sono ulteriori costi e il costo del volo solitamente è a carico dell'adottante. Chiunque può mettersi a disposizione per fare da madrina o da padrino di volo; solitamente chi si offre è qualcuno che, oltre ad avere a cuore il benessere degli animali, percorre una tratta frequentemente e pertanto non gli costa nulla accompagnare un cane. Lo si fa a titolo gratuito".