Come coltivare in vaso il cipresso, il sempreverde che non merita di crescere solo nei pressi dei cimiteri

È senza dubbio l’albero più tipico dei cimiteri perché le sue radici, sviluppandosi nella terra in profondità (e non in orizzontale), non danneggiano le sepolture circostanti. Nulla vieta, tuttavia, di coltivare questo sempreverde anche in vaso. Ecco come fare.
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Gaia Cortese 9 Febbraio 2022

La storia del cipresso risale addirittura all’epoca dell’Antica Roma, epoca in cui l’albero venne da subito associato alle funzioni funerarie, per quanto non è ancora chiara l’origine di questo simbolismo (ma questo  lo vediamo più avanti).

Il cipresso è un albero sempreverde, che non richiede particolari cure e, per questo motivo, si può pensare anche di coltivarlo in vaso con successo. Il nostro obiettivo, quindi, non è limitarci ad osservare la sua imponenza, consideratane l’altezza, nei pressi di un cimitero, ma coltivarlo in vaso. Ecco come è possibile farlo, conoscendone meglio le caratteristiche.

Caratteristiche e varietà

Appartenente alla famiglia delle Cupressaceae, l’albero del cipresso (Cupressus) è un sempreverde facile da riconoscere, soprattutto in prossimità della maggior parte dei cimiteri. Si tratta, infatti, di una pianta utilizzata a scopo ornamentale, che comprende circa una ventina di specie, tutte ben distinte le une dalle altre.

Il cipresso si caratterizza per le foglie molto simili a delle squame, dalla forma simile a un cono. I frutti prodotti dall’albero sono delle pigne, anch’esse a forma di cono, mentre i fiori sono per lo più poco visibili.

Le varietà di cipresso sono numerose, ma è importante distinguerne due sottogruppi: la specie horizzontalis che si caratterizza per i rami perpendicolari al tronco, e poi la specie pyramidalis in cui, come suggerisce il nome, attraverso i rami si distingue una forma più piramidale.

Tra le varietà più note, merita menzione il cipresso calvo (Taxodium Distichum), alto anche fino a 40 metri, dalla corteccia rossastra e la chioma molto rigogliosa, e che viene spesso impiegato per la sua funzione di frangivento. C’è poi il cipresso mediterraneo (Cupressus sempervirens), che raggiunge i 25 metri di altezza e presenta una corteccia di colore marrone-grigio scuro e foglie molto piccole di colore verde scuro.

Il cipresso toscano (Cupressus sempervirens ‘Pyramidalis o Cupressus sempervirens Stricta), anche detto cipresso italiano,  è quello che si può osservare nei paesaggi della Toscana: può raggiungere anche i 20 metri di altezza ed è particolarmente apprezzato per la sua rusticità. Il cipresso dell’Arizona (Cupressus arizonica) ha invece la caratteristica di crescere abbastanza velocemente per essere una conifera e in Italia si sviluppa soprattutto ad un’altitudine tra i 100 e gli 800 metri sul livello del mare, prevalentemente in Calabria.

Infine, il cipresso totem (Cupressus Sempervirens Totem) è una varietà più compatta rispetto all'originale cipresso toscano: cresce più lentamente, ha un portamento più compatto e non produce quasi frutti, mentre i rami sono più fini e gli aghi di un colore verde molto intenso, quasi tendente al blu.

Significato

Associato al culto dei morti fin dai tempi più antichi, il cipresso è simbolo di vita eterna in alcune civiltà dell'Oriente, specialmente in Persia. Simbolo condiviso dai Greci e poi ripreso dagli antichi Romani.

Tale credenza, per i Greci, può essere derivata dal famoso mito di Ciparisso che racconta come un giovane uomo uccise per errore il suo cervo. Per liberarlo dal profondo dolore, Apollo lo trasformò proprio in un cipresso, da qui l'albero divenne quasi sacro e comunque associato al dolore che si prova davanti alla morte di chi si ama.

Romani ed Etruschi ereditano dai Greci questo simbolismo ed eleggono il cipresso ad albero sacro legato al lutto. Infine anche i cristiani danno un grande valore a questo albero poiché, insieme alla palma, al cedro e all'ulivo, il cipresso è uno dei quattro legni con cui è stata costruita la croce di Gesù.

Coltivazione

Se hai deciso di coltivare in vaso un cipresso, dovrai occuparti della piantumazione in primavera, nei mesi di aprile e maggio, o tutt'al più in autunno, senza rischiare che temperature troppo basse possano metterne a rischio la sopravvivenza iniziale.

Terreno e concime

Il cipresso ha bisogno di un terreno ben drenato, senza rischi di ristagni idrici che possono danneggiare le radici e causare malattie fungine con conseguente marciume. Questo albero, tra l'altro, si accontenta anche di un terreno povero, anche calcareo e argilloso. Per quanto riguarda invece il concime, utilizza un prodotto organico, che può essere un concime a lenta cessione per piante verdi o un fertilizzante liquido.

Innaffiature

Nelle prime settimane, il cipresso deve essere innaffiato ogni due giorni, per poi diradare le irrigazioni con cadenza quasi bisettimanale. Il cipresso può avere bisogno anche di nebulizzazioni, per mantenere anche le foglie idratate.  

Esposizione

Il cipresso ama trovarsi in una posizione esposta al sole. Ama il clima temperato, ma resiste bene sia al caldo che al freddo.

Malattie e parassiti

Tra i nemici del cipresso, vanno sicuramente menzionati i coleotteri, ossia dei parassiti che ne intaccano la corteccia, e poi gli afidi che si nutrono direttamente della linfa della pianta, portandola al deperimento in poco tempo.

Altre malattie da cui il cipresso deve difendersi sono il cancro, causato dal fungo Coryneum cardinale, e la ruggine.