Come funziona il MOSE, il sistema di barriere mobili che potrà proteggere Venezia dall’acqua alta

Dopo il drammatico episodio dello scorso 12 novembre, che ha causato danni per centinaia di milioni di euro, è tornato di attualità il dibattito su questa grande opera, i cui lavori di costruzione sono iniziati sedici anni fa ma devono ancora concludersi.
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Federico Turrisi 11 Dicembre 2019

Immagini che sono come un pugno nello stomaco. Quella del 12 novembre 2019 è stata la seconda marea più alta della storia di Venezia, dopo quella del 1966: il livello dell'acqua ha raggiunto un’altezza di 187 centimetri, mettendo in ginocchio la città e tutta la laguna. Il punto è che con i cambiamenti climatici la situazione è destinata solo a peggiorare. Lo strumento che dovrebbe proteggere Venezia dall'acqua alta c'è e si chiama MOSE, sigla di MOdulo Sperimentale Elettromeccanico.

Si tratta 4 barriere, poste all'imboccatura della laguna, formate da 78 paratoie mobili in grado di sollevarsi per contrastare l’innalzamento del livello del mare. La posa della prima pietra è avvenuta nel 2003, ma la struttura non è ancora potuta entrare in funzione perché è completata al 93% e mancano gli ultimi 400 milioni di euro. L'obiettivo è terminare i lavori entro il 2021.