Come hanno fatto le civiltà antiche a sopravvivere al caldo estremo?

Anche le popolazioni antiche furono costrette a trovare soluzioni e strategie per resistere alla grandi ondate di calore. Alcuni, per esempio, sfruttarono le capacità isolanti di materiali come il fango, altri invece si affidarono ad architetture ingegnose come pratici e torri del vento.
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Kevin Ben Alì Zinati 23 Ottobre 2024

Sebbene non avessero il termometro e la barretta di mercurio a confermarlo, anche le popolazioni antiche si sono dovute scontrare con il caldo anomalo e i devastanti impatti di temperature estreme in costante crescita.

Il clima che cambia non è un fenomeno esclusivo dell’epoca moderna e gli antichi, esattamente come stiamo cercando di fare noi oggi, hanno dovuto sviluppare le proprie strategie per sopravvivere e cercare di rinfrescarsi.

Sto parlando di invenzioni tecnologicamente avanzatissime capaci di sfruttare al massimo, per esempio, le potenzialità isolanti dei materiali più disparati o la capacità di ventilazione naturale di particolari strutture architettoniche.

4 modi in cui gli antichi combatterono il caldo

Strade strette e fango

Una particolare strategia anti-caldo risale addirittura a più di 6mila anni quando i Sumeri, insediatisi nell’attuale Iraq, cominciarono a costruire strade con muri spessi e finestre piccole per minimizzare l'esposizione al calore.

Il loro segreto per resistere al grande caldo tuttavia risiedeva nei materiali. Utilizzavano infatti fango e adobe, ovvero un miscuglio di argilla, sabbia e paglia e altri materiali capaci di assorbire grandi quantità di calore durante il giorno e rilasciarlo gradualmente con l’avanzare della sera e delle temperature meno roventi.

Un’architettura molto stretta poi rendeva le strade degli ottimi luoghi dove trovare facilmente zone d’ombra e ventilazione naturale.

Torri del vento

Sopra i tetti di molti edifici dell’antica Persia svettavano invece le cosiddette badgir, o torri del vento. Ovvero delle strutture caratterizzate da un gran numero di piccole feritoie che incanalano il vento esterno in entrata muovendo così l’aria calda verso fuori e immettendo quella fresca da fuori a dentro di notte.

Come ti avevamo già spiegato, queste torri del vento persiane erano realizzate con design diversi a seconda del micro-clima che si trovavano a contrastare all’interno della cittadini in cui sorgevano.

Alcune, per esempio, sfruttavano una sorta di piscina sotterranea chiamata qanat per scambiare calore con l’aria proprio come farebbe oggi un moderno condizionatore.

Le Mulqaf

Oltre a servirsi della pietra come materiale base per costruire i propri edifici, gli antichi Egizi misero a punto anche i cosiddetti mulqaf. Anche in questo caso si tratta di torri del vento che riuscivano a catturare il vento per poi incanalarlo all'interno degli edifici per raffreddarli.

Portici e Fontane

Se pensi ai veri metodi con cui gli antichi Romani riuscirono a porre rimedio al grande caldo, la risposta to verrà semplice: enormi fontane e altissimi portici.

Gran parte delle città romane infatti erano dotate di fontane e di sistemi di acquedotti che fornivano acqua fresca e creavano microclimi più freschi. Stesso discorso vale per i portici, quelle strutture coperte che offrivano un salvifico riparo dal sole ad abitanti e passanti.