Come ridurre il nostro impatto su spiagge e coste quando andiamo al mare

Prima regola, non abbandonare i rifiuti; docce più brevi e meno aria condizionata quando possibile. Come ridurre l’impatto delle nostre vacanze sull’ambiente.
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Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
21 Giugno 2023 * ultima modifica il 04/08/2023

L’arrivo dell’estate segna il ritorno del turismo su spiagge e coste. Questo settore è responsabile di rilevanti impatti sugli ecosistemi non soltanto in termini di produzione di rifiuti ma anche di utilizzo di risorse idriche ed energetiche. Come sottolineato nell’ultimo report del Gruppo di Interesse su Ambiente e Turismo (Interest Group on Environment and Tourism, IGET) sono necessarie efficaci strategie per la riduzione degli impatti delle attività nelle aree costiere a forte vocazione turistica da parte dei governi locali e nazionali, ma ognuno di noi può fare la propria parte, vediamo come.

Ridurre la produzione di rifiuti

Il Mar Mediterraneo, sia per una questione geografica che di pressione antropica, è una delle aree al mondo dove il fenomeno dei rifiuti marini è più rilevante. Di questi circa l'80% è costituito da rifiuti plastici e gli accumuli lungo spiagge e litorali compromettono l’integrità degli ecosistemi costieri, rappresentando un problema non solo per l’ambiente ma anche per le attività economiche connesse come ad esempio il turismo.

La produzione di rifiuti in tali territori infatti è fortemente influenzata dalla stagionalità. Se in inverno i litorali ricevono passivamente i rifiuti trasportati dal mare, in estate la pressione turistica è la fonte principale dell’abbandono di rifiuti di vario tipo (dai mozziconi di sigaretta alle bottiglie di plastica o vetro, fino a oggetti più ingombranti) provocando non solo un danno ambientale ma anche un peso eccessivo sulle infrastrutture adibite alla gestione dei rifiuti. Innovare le attività turistiche nell’ottica di una riduzione della produzione di rifiuti risulta quindi essenziale.

Secondo IGET per promuovere la circolarità delle risorse nelle nostre spiagge e nei nostri litorali è necessario monitorare il settore turistico attraverso sette principali azioni:
• Supervisionare la transizione
• Definire gli indicatori della transizione, come ad esempio quelli socio-economici
• Seguire gli indicatori, per definire i criteri di azione
• Riferirsi ai dati sul tema e alle informazioni provenienti da fonti ufficiali
• Monitorare i cambiamenti della transizione su tutti i livelli dell’economia
• Monitorare il raggiungimento degli obiettivi
• Aumentare la promozione e la visibilità dell’economia circolare

Queste dunque le regole per chi ci governa. Ma noi cosa possiamo fare nel concreto?

Alcuni consigli per ridurre il nostro impatto

Regola numero uno: non abbandonare i rifiuti. Se andiamo in lidi attrezzati o in spiagge presso aree urbane non è difficile trovare dei punti di raccolta, in questo caso sarete fortunati e basterà gettare i vostri scarti nei contenitori dedicati, seguendo la logica della raccolta differenziata. Diverso invece il discorso per le spiagge o coste più isolate. In questo caso il consiglio è di portare con voi un contenitore rigido (non un sacchetto, che potrebbe rompersi) dove tenere separati i rifiuti (in particolar modo l’organico dal resto). Utile avvolgere i rifiuti organici in un sacchetto di carta per assorbire eventuali liquidi. Cercare poi i contenitori più vicini e, laddove possibile, conferire differenziando.

Fondamentale per i fumatori tenere un contenitore dove apporre i mozziconi di sigaretta: secondo una ricerca condotta da Erion due terzi delle sigarette fumate in Italia vengono ancora gettate per terra, con danni ambientali enormi. I filtri contengono, tra gli altri materiali, anche acetato di cellulosa, un polimero derivato del legno che può impiegare diversi anni a degradarsi. Un singolo mozzicone, inoltre, potrebbe contaminare fino a mille litri di acqua e ridurre le possibilità di germinazione dei semi e di sviluppo delle piante. Le vacanze, tra l’altro, sarebbero un buon momento per smettere di fumare. Provateci.

Raccogliere i rifiuti in spiaggia? Occhio alle multe

Sicuramente raccogliere i rifiuti spiaggiati conferendoli negli appositi contenitori è un gesto che ognuno di noi ha fatto svariate volte nella vita. Attenzione però perché il perimetro normativo in tal senso può non perdonare e potreste beccarvi una bella multa se colti in flagrante! In molti comuni italiani, infatti, alcune delibere comunali vietano il “conferimento di rifiuti nei cassonetti e nelle isole ecologiche poste in opera nell’ambito territoriale, da parte di fruitori che abbiano residenza al di fuori del territorio comunale”. In sostanza se dopo avere raccolto i rifiuti in spiaggia o sulla costa, non si è residenti nel Comune in cui ci si trova, conferire i rifiuti raccolti nei cassonetti della differenziata o indifferenziata stradale sarebbe un reato. I rifiuti andrebbero gettati nei cestini che si trovano nei pressi della spiaggia o, purtroppo, è meglio lasciarli sul litorale, se ne occuperà il servizio di gestione locale (forse). Sembra una follia ma queste norme servono a contrastare l’annoso problema della migrazione di rifiuti. In questi casi è sempre meglio partecipare alle numerose campagne di pulizia promosse dalle associazioni locali che, in accordo con i gestori del servizio, raccolgono e consegnano in piena sicurezza le svariate tonnellate di rifiuti rinvenuti.

Se in tema di pulizia dei litorali il groviglio normativo locale sembra piuttosto intricato, è invece chiara la direzione presa dal Legislatore nazionale in tema di civiltà e rispetto per l’ambiente marino. Quando verranno pubblicati i decreti attuativi, la Legge Salvamare consentirà finalmente ai pescatori di poter contribuire allo smaltimento dei rifiuti raccolti in mare senza incorrere in sanzioni: attualmente, infatti, riportare a riva la plastica trovata nelle reti si traduce in una punizione per traffico illecito dei rifiuti, motivo per cui pezzi di polistirolo, bottiglie e altro materiale issato a bordo veniva poi rigettato in mare. Con questa norma i pescatori potranno raccogliere i rifiuti di plastica durante le loro uscite e riportarli a riva per essere consegnati al servizio di gestione dei rifiuti locale.

Non solo rifiuti

Certamente la pulizia delle spiagge e dell’ambiente marino in genere è di fondamentale importanza per gli ecosistemi e per la nostra salute, ci sono però altre accortezze che bisogna prendere per garantire una vacanza nel segno della sostenibilità, soprattutto se ci si reca in alcune zone del Sud Italia e nelle isole minori. Innanzitutto è fondamentale il risparmio idrico! Le isole minori, in particolar modo, sono ancora maggiormente sprovviste di sistemi di dissalazione, per cui la distribuzione dell’acqua avviene tramite navi cisterna. È fondamentale dunque consumare poca acqua, riducendo per esempio il tempo delle docce ed evitando gli sprechi inutili. Altra accortezza fondamentale è il risparmio energetico. Sempre relativamente alle isole minori, gran parte di esse sono servite da piccole centrali a gasolio. Risparmiando sul consumo energetico produciamo minori emissioni, non solo sulle piccole isole ma ovunque; quindi non accendete le luci quando non servono e soprattutto riducete l'utilizzo dell'aria condizionata dove possibile. Ora tocca a voi fare tesoro di questi consigli e cercare di vivere le vostre vacanze serenamente senza lasciare traccia del vostro passaggio…

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…