Come si fa a viaggiare sostenibile? I consigli di Teresa per muoversi nel mondo in punta di piedi

Lo sai quanto inquinano i tuoi viaggi? Quando ti muovi per il mondo sei consapevole dell’impatto che comporterà il tuo passaggio oppure ti limiti a divertirti senza pensare alle conseguenze?
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Sara Del Dot 5 Giugno 2021

Viaggiare non significa spostarsi per il mondo comportandosi da padroni, come spesso vediamo fare. Non significa nemmeno ricercare le comodità a cui siamo abituati o situazioni artefatte per rendere la permanenza turistica più “nostra” possibile. Un viaggio vero, sano, un viaggio da amanti del pianeta Terra rispetta l’ambiente, le comunità e tutto ciò che i territori in cui si approda hanno da offrire.

Ed è proprio questo che Teresa Agovino cerca di trasmettere a chiunque si rivolga a lei, ma anche alle migliaia di persone che sui social seguono i suoi preziosi consigli su come viaggiare in maniera sostenibile.

Salernitana, classe 1990, ingegnera ambientale e consulente di turismo sostenibile, Teresa ha viaggiato in tutto il mondo imparando il più possibile e capendo che il vero visitatore è colui che entra in una realtà diversa dalla propria in punta di piedi, assorbendo tutto ciò che vede e che fa nel modo più discreto e sincero possibile.

“La mia storia inizia in Africa, dove ho lavorato con una Ong locale alla potabilizzazione dell’acqua. Lì ho capito che avrei dedicato la mia vita alla salvaguardia dell’ambiente e all’aiuto alle comunità locali”, racconta. “Mi trovavo in Tanzania, in un villaggio in cui l’acqua potabile non arrivava da quattro mesi, le persone si ammalavano perché bevevano acqua incontaminata. A un certo punto il capo villaggio mi strinse le mani e, quasi piangendo, mi implorò di far arrivare l’acqua al loro villaggio”.

Quello è stato solo l’inizio di una serie di viaggi, in cui Teresa si è spostata tra Thailandia, Laos, Perù, Ecuador, Giamaica… Tutti posti in cui ha imparato tanto, in particolare riguardo ciò che il turismo di massa fa alle comunità e ai territori, e dove ha capito come poter intervenire in prima persona per preservare le identità di questi luoghi.

“In alcuni Paesi purtroppo le culture indigene o minoritarie non sono particolarmente valorizzate, complice anche la mancanza di un sistema strutturato di progetti e sovvenzioni che consentano di far risaltare le specificità del territorio. E nel momento in cui il turismo si avvicina a questi luoghi, arrivando a rappresentare una fonte economica importante (si parla anche del 70% dell’economia locale), è fisiologico che queste identità comincino a modificarsi. Si tratta di un percorso inconscio, non voluto e non studiato. Se il consumatore ricerca determinati standard, il Paese inizierà ad adeguarvisi. È accaduto ad esempio nel Sud-est asiatico, dove l’interazione con gli elefanti ha sempre rappresentato un forte aspetto culturale della popolazione. Questa interazione, con l’arrivo dei turisti, ha iniziato a modificarsi, ad esempio perché il viaggiatore voleva cavalcare l’elefante o vederlo fare spettacoli. Oggi, grazie alla sempre maggiore attenzione al benessere animale, questo rapporto si sta modificando ancora attraverso il passaggio dagli zoo ai santuari, diminuendo ulteriormente l’interazione. Sono dinamiche che colpiscono quasi tutti i Paesi a seconda delle singole specificità, ad esempio ci sono luoghi in cui le lingue minoritarie sono andate perdute.”

Contribuire a mantenere l’identità è uno degli aspetti che per Teresa sono fondamentali per rispettare i luoghi in cui si viaggia. Ed è proprio ciò che cerca di fare lei nella sua vita, attraverso l’attività di consulente per il turismo sostenibile. Un modo per aiutare le realtà che si occupano di viaggi, ma anche i turisti stessi, a non contribuire all’inquinamento, allo sfruttamento dei territori e degli animali e ai cambiamenti portati nelle comunità dall’esterno. Ciò che Teresa cerca di infondere è la necessità, se si desidera viaggiare davvero, di lasciarsi trasportare dalle specificità dei singoli luoghi, accogliendo le differenze e seguendo l’ignoto dei posti lontani. Per favorire questo approccio al viaggio e aiutare anche i turisti a scegliere luoghi adatti alle esigenze di sostenibilità, Teresa ha da poco avviato una start up, chiamata Faroo, per trasformare il turismo in una forza positiva per le comunità. Una realtà che, come racconta, è un po’ ente certificatore e un po’ tour operator.

“Abbiamo creato un modello di sostenibilità turistica il cui obiettivo è valutare gratuitamente la reale sostenibilità dei diversi operatori turistici, siano masserie, alloggi, aziende agricole, agriturismi. L’obiettivo finale è creare un database in cui le persone possano trovare un elenco di tutte le esperienze sostenibili, sapendo con certezza che ciò che vi troveranno corrisponderà a determinati standard perché è stata fatta da noi una selezione a monte. E non si tratta solo di certificare, perché ci impegniamo anche a effettuare vere e proprie valutazioni, offrendo delle metriche di sostenibilità”.

In veste di tour operator, poi, Faroo si occupa di organizzare esperienze turistiche a impatto positivo.

“Organizziamo viaggi ed esperienze, il cui filo conduttore è la generazione di un impatto positivo per l’ambiente, per la popolazione e per il viaggiatore. Si può stare via una giornata, magari visitando un’azienda agricola o l’attività di un apicoltore per apprendere il valore della biodiversità, oppure effettuare un viaggio più lungo a metà tra il volontariato e il turismo.”

Un’attività concreta e costante, quella di Teresa, che fa letteralmente di tutto per accompagnare chiunque all’interno di percorsi che possano davvero fare la differenza.

Perché, come non si stanca mai di ripetere, Non possiamo evitare di lasciare impronte ma possiamo scegliere come farlo.”