Come sono fatte le lenti a contatto? Ad aprile 2024 la prima Giornata mondiale dedicata a loro

I primi prototipi di lente a contatto furono immaginati verso la fine dell’Ottocento, ma è solo nel 1971 che le lentine moderne fanno il loro ingresso sul mercato. Come saprai, presentano diversi vantaggi rispetto agli occhiali da vista, ma rimangono dispositivi medici da utilizzare con cura. Il 15 aprile 2024 sarà celebrata la prima Giornata mondiale delle lenti a contatto e ci siamo quindi chiesti: come sono fatti di preciso questi strumenti che tante persone indossano quotidianamente?
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Giulia Dallagiovanna 11 Aprile 2024
* ultima modifica il 11/04/2024

Le lenti a contatto sono dei dispositivi medici, prima ancora che degli accessori estetici o semplicemente comodi. La loro funzione principale, come saprai anche tu, è quella di migliorare l'esperienza visiva correggendo i più comuni difetti della vista come miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia. L'Italia è il secondo Paese in Europa per uso di lentine dopo il Regno Unito, ma la loro diffusione non deve farti dimenticare che si tratta di strumenti da indossare con cura e attenzione. Prima di tutto è fondamentale la prescrizione di un oculista e poi il consulto di un ottico specializzato affinché si possa individuare la tipologia più adatta alle tue caratteristiche. Ma com'è fatta poi la lente a contatto? E quando è stata utilizzata per la prima volta?

Ti stupirà innanzitutto sapere che per fabbricare una lentina servono solo 15 minuti. La fase più lunga e complessa del processo di produzione, infatti, arriva in un secondo momento ed è quella della sterilizzazione. Un passaggio fondamentale, dal momento che quella sfera di materiale plastico dovrà posizionarsi a contatto diretto e prolungato con il tuo occhio. Ma andiamo con ordine.

Le lenti a contatto possono essere prodotte in tre modalità diverse: stampo, colata centrifuga e tornitura. Il più semplice e diffuso è il primo, che funziona proprio colando il materiale liquido in uno stampo con la forma desiderata e facendolo indurire attraverso la selenzione della temperatura e l'applicazione della giusta pressione. Nella centrifuga invece è il movimento stesso che favorisce la distribuzione omogenea del liquido.

La tornitura, infine, prevede l'uso del materiale solido e grezzo posizionato su un tornio digitale. Questi piccoli dischi gommosi vengono prima di tutto modellati per ottenere la curvatura interna e poi rifiniti da una punta di diamante che lavora e lucida la lente per ottenere il prodotto finito.

Ogni lentina viene poi levigata con della pasta abrasiva per essere certi di eliminare ogni possibile imperferzione su entrambe le superfici. Di norma, la tornitura viene utilizzata quando è necessario produrre dei dispositivi con caratteristiche ancora più particolari e personalizzate.

Alla fine di ogni processo di produzione si passa all'applicazione dell'acuità visiva, ovvero l'abilità del tuo occhio di percepire i dettagli e di mettere a fuoco gli oggetti che hai davanti a te. Sulla superficie esterna della lente a contatto che indossi, inoltre, è stata applicata una sottile pellicola di cera calda, che la rende pià liscia e resistente.

Il materiale di cui è fatta può variare in base alla tipologia e, in particolare, a se si tratta di una lente morbida, rigida o semi-rigida. Le lenti a contatto morbide sono fatte con polimeri di idrossietilmetacrilato silicone, perché sono composti da una percentuale di acqua che raggiunge anche l'80% e garantiscono infatti una buona permeabilità e facilità di idratazione del dispositivo. Non a caso, si tratta della tipologia più comoda da indossare.

Le lentine rigide o semirigide, invece, devono incorporare altri materiali come polimeri vetrosi o fluoropolimeri, che le rendono più resistenti. Garantiscono forse un comfort minore, ma durano più a lungo e sono più adatte alla correzione di alcuni difetti visivi come l'astigmatismo o una miopia elevata.

Pensa che i primi prototipi di lenti a contatto furono immaginati addirittura da Leonardo Da Vinci, ma fu solo verso la fine dell'Ottocento che gli ottici di diversi Paesi europei si misero all'opera per dare a quest'idea un risvolto concreto. Le teorie di riferimento, per la verità, non furono quelle del genio fiorentino ma di un astronomo inglese, Sir John Herschel, che aveva pensato di partire addirittura con un calco degli occhi del paziente. Un procedura inapplicabile, tuttavia un punto di partenza interessante.

Servino decenni di tentativi e fallimenti, di ricerca dei giusti materiali e perfezionamento tecnologico prima di arrivare a produrre una lente che potesse effettivamente essere indossata in tutta sicurezza. Ma negli anni Trenta del Novecento fece il suo ingresso nel mercato il polimero giusto: un materiale plastico rigido che inizialmente venne modellato attorno a un nucleo di vetro, a simulare la lente dell'occhiale, e poi venne utilizzato da solo. Nacque così la prima lente a contatto della storia.

Per la verità, bisogna attendere il 1971 per avere a disposizione le lenti a contatto moderne, quelle in gel idrofilo per intenderci, che garantiscono comfort, visione nitida e prevenzione delle infezioni. Una rivoluzione che ebbe da subito un grande successo per i vantaggi che le lentine hanno ancora oggi. Come saprai se le utilizzi, permettono di avere una migliore visione periferica, sono più leggere rispetto agli occhiali e non si appannano. Sono una buona soluzione, ad esempio, per chi ama praticare sport, soprattutto all'aperto, oppure per chi fatica a indossare gli occhiali in estate quando il sudore fa scivolare la montatura sul naso.

Fonte| Assottica

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