Conosci le norme da rispettare per tenere una tartaruga di terra?

Il 23 maggio è il World Turtle Day, la Giornata Mondiale della Tartaruga. Si parla spesso delle azioni da intraprendere per la salvaguardia di alcune specie di tartarughe a rischio di estinzione, ma mai abbastanza delle norme da rispettare per regolarizzare il possesso di una tartaruga di terra in casa. Ecco tutto quello che devi sapere tra microchip, moduli Cites e denuncia.
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Gaia Cortese 23 Maggio 2021

C’è la Testudo Hermanni, la Testudo Marginata, la Testudo Graeca. Sono alcune tra le razze più comuni della tartaruga di terra, che rientrano a pieno diritto nella categoria degli animali domestici. Certo, le tartarughe non giocano come farebbero un cane o un gatto, ma la loro compagnia può essere molto apprezzata, forse perché è così incline alla lentezza e per questo, sembra che questi animali invitino al relax e allevino (non poco) lo stress.

Le tartarughe rimangono sempre e comunque rettili, e se con il tempo possono diventare anche abitudinarie, non aspettarti che possano fare molto di più che prendere una foglia di lattuga dalle tue mani (se ne sei il proprietario).

Se hai deciso di avere la compagnia di una tartaruga di terra, anche se non ti correrà incontro al tuo rientro a casa, devi sapere che per acquistare un esemplare, regalarlo o adottarlo, deve essere presentata un’istanza al Corpo forestale dello Stato – Servizio CITES, questo per non incorrere nel reato di bracconaggio o traffico di animali esotici. Devi anche sapere che non è ammesso alcun atto di vendita tra privati, ma gli esemplari devono essere sempre ceduti gratuitamente e regolarmente denunciati; in caso di vendita da parte di un allevatore o un negoziante, ogni esemplare deve essere d0tato di certificato CITES (da non confondere con la semplice denuncia di nascita dell'esemplare).

Che cos’è il CITES?

Il termine CITES deriva da un accordo internazionale noto come Convenzione di Washington sul Commercio internazionale delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione. Si tratta di un accordo tra stati che ha lo scopo di proteggere e tutelare le piante e gli animali a rischio di estinzione e di tenere monitorato il loro commercio, ossia le eventuali operazioni di esportazione, riesportazione e importazione. Questa convenzione è entrata in vigore nel 1975 a attualmente vi aderiscono 183 membri, inclusa l’Unione Europea che ha iniziato a farne parte nel luglio del 2015.

A tale accordo si è arrivati a causa dell’aumento del traffico internazionale di diverse specie selvatiche che ha generato un notevole traffico di denaro. Pertanto oggi, in base alla Normativa Legge 150/92 è sempre obbligatorio denunciare il possesso di una tartaruga di terra, entro e non oltre 10 giorni, alle autorità competenti, nello specifico ai carabinieri forestali.

Come regolarizzare il possesso di una tartaruga

La Normativa Legge 150/92 ha quindi reso obbligatorio denunciare il possesso di tutti gli esemplari agli uffici del Corpo forestale dello Stato – Servizio CITES. Il termine ultimo per la denuncia era il 31 dicembre 1995: chi non ha denunciato i propri esemplari entro tale data, non può più regolarizzare la propria situazione e rischia una sanzione. Denunciare una tartaruga ora, equivale solo ad autodenunciarsi.

Il microchip delle tartarughe

A partire dal 2008 nei Paesi europei esiste poi anche la possibilità di avere un microchip per ogni tartaruga. Si tratta di un codice di lettere e numeri, che viene inserito sotto la pelle dell’animale, proprio come avviene per i cani e i gatti. Per avere un microchip, la tartaruga deve avere almeno quattro anni e diventa obbligatorio dal quinto anno di età. Oltre all’età della tartaruga, si considerano anche le dimensioni dell’animale: per poter procedere con l’inserimento del microchip, infatti, la tartaruga deve superare i 10 centimetri di grandezza.