A Cortina, precisamente nel cantiere a cielo aperto nel bosco di Ronco, dove sono in atto i lavori per la realizzazione della pista da bob per le Olimpiadi invernali del 2026, sono state girate alcune immagini che mostrano lo stato dell'opera dall'alto. Le riprese sono state pubblicate dal Comitato Civico Cortina, un'associazione culturale indipendente che ha come obiettivo il coinvolgimento della popolazione rispetto alle azioni delle istituzioni. Per il comitato ciò che emerge sarebbe un "video agghiacciante" del cantiere: una prova che non si tratterebbe soltanto di una ristrutturazione della pista esistente, ma al contrario di "Un via vai di ruspe, betoniere e camion che si muovono liberamente nella strada che è stata interdetta al transito veicolare, e se qualcuno vi passeggia è soggetto a controlli ed esibizione dei documenti da parte delle forze dell'ordine, che presidiano di continuo il cantiere".
È un video che "vale molto più di mille parole" quello postato e diffuso dal Comitato Civico di Cortina, facendo riferimento alle dichiarazioni delle istituzioni e, probabilmente, ai discorsi fatti da Simico e da Pizzarotti S.p.a., la società che si è occupata del tanto discusso abbattimento dei larici secolari. "Oltre ai danni causati alla biodiversità, il prezzo da pagare sarà alto, e non solo in termini economici. In aggiunta ai 118 milioni – quasi del tutto a carico dello Stato – necessari per la costruzione della pista, vanno considerati, tra l’altro, i costi economici e le emissioni di gas serra collegati alla refrigerazione di una pista esposta a sud. Altro che Olimpiadi sostenibili!", denuncia Greenpeace Italia. L'associazione ambientalista ha lanciato l'appello alle istituzioni italiane e all'Unione europea affinché vengano rispettati gli impegni e i regolamenti europei in materia di deforestazione e protezione della biodiversità.
rediti immagini: "Voci di Cortina", comitato civico;