Cosa sono le “tool library” o “biblioteche degli oggetti”: il futuro sostenibile passa anche da loro

In Italia ce ne sono poche, ma l’idea è così sostenibilmente geniale che è giusto sperare che si diffondano sempre di più: ecco cosa sono le biblioteche degli oggetti e perché il futuro del pianeta può passare anche da loro.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Sara Polotti 4 Luglio 2022

Ci sono alcuni oggetti che usiamo davvero pochissimo nel corso della nostra vita, eppure ci ritroviamo ad acquistare. Il trapano, per esempio, oppure la scopa a vapore, l'idropulitrice, la moka da 20 persone… Si tratta di strumenti che si usano solo in qualche occasione (nella vita quotidiana: diverso è il discorso per chi li utilizza per lavoro). E che tuttavia continuiamo ad acquistare.

Acquisto, però, significa produzione, e significa anche produzione di nuovi rifiuti, oltre che sfruttamento di risorse.

E se invece di comprarli li potessimo prendere in prestito, proprio come i libri nelle biblioteche? Alcuni comuni italiani lo stanno già facendo: vi spieghiamo come.

Come nascono

In alcune città e in alcuni paesi italiani già esistono delle realtà che noleggiano o prestano le posate: sembra un'attività inutile, ma è essenziale, poiché permettono di evitare di acquistare forchette, coltelli e bicchieri usa e getta quando si organizza una festa. Come sappiamo, infatti, per quanto le posate oggi siano effettivamente compostabili, la pratica dell'usa e getta è pericolosamente deleteria per il pianeta. Prendere in prestito grandi quantità di posate e restituirle, quindi, permette di risparmiare un sacco (un sacco!) di rifiuti inutili.

Allo stesso modo funziona con le biblioteche degli oggetti: l'idea è quella di fornire ai cittadini degli oggetti e degli strumenti che nella vita si utilizzano obiettivamente poco, con bassa frequenza, evitando così di acquistarne di nuovi, sfruttando il potenziale dell'economia circolare e della sharing economy.

Un doppio vantaggio: il risparmio di denaro e il risparmio di risorse (oltre che il risparmio di spazio).

L'economia circolare

Le biblioteche degli oggetti, o tool library, sono nate negli Stati Uniti già nel secolo scorso, con una visione parecchio avanguardista. La prima, infatti, pare essere la tool library del Gross Pointe Rotary Club di Gross Pointe, nel Michigan: fu fondata addirittura nel 1943.

Queste realtà funzionano esattamente come le biblioteche di libri: iscrivendosi al servizio, chi possiede la tessera della tool library può prendere in prestito gli oggetti di cui ha bisogno, restituendoli entro una determinata data.

Quali oggetti? Un po' di tutto: trapani, pasta-maker, passeggini, materassini ad aria, tende da campeggio, videoproiettori, sacchi a pelo, giochi in scatola, cuffie antirumore, sci, scarponi... Davvero di tutto, letteralmente.

Dove si trovano in Italia

In Italia la biblioteca degli oggetti più conosciuta è Leila a Bologna, ma esistono anche la biblioteca Zero a Palermo, la biblioteca degli oggetti di Rivolta d'Adda, quella del comune di Formigine… La speranza è che questi luoghi si diffondano sempre di più, promuovendo così la cultura del non-spreco e della condivisione.