Nei ghiacci dell’Antartide a volte succedono delle cose strane. A volte, per esempio, si formano dei giganteschi buchi. Tra il 2016 e il 2017, per esempio, gli scienziati ne avevano individuato uno così grande ed esteso che, misurandolo, sperano resi conto che aveva raggiunto due volte le dimensioni del Galles.
Da decenni la scienza sa che nel continente antartico si formano enormi voragini nel ghiaccio ma per oltre 50 anni le ragioni dietro la loro origine è rimasta un vero e proprio mistero.
Tutto però è cambiato quando un gruppo di ricercatori ha pubblicato sulla rivista Science Advances una spiegazione perfettamente chiara e logica.
Prima le formalità. Questi buchi nel ghiaccio sono stati ribattezzati “polinie” e rappresentano delle aree di acqua marina che possono diventare grandi quanto un intero Stato. Sono state scoperte per la prima volta negli anni ’70 e la più famosa di queste formazioni è la polinia di Maud Rise.
Si è formata nel mare di Weddell (nell’Oceano Antartico) tra il 2016 e il 2017 e in poco tempo ha sviluppato una superficie vasta due volte la dimensione del Galles.
Le polinie sono tipiche nelle zone costiere, dove cioè le fortissime raffiche di vento sono in grado di spingere via il ghiaccio e lasciare vere e proprie voragini. Quella di Maud Rise, tuttavia, ha sempre incuriosito gli scienziati, perché non sono mai riusciti a spiegarsi perché si estendesse in mare aperto e resistesse per più inverni consecutivi.
Secondo quanto raccontato nello studio, le correnti che si sviluppano sotto la superficie portano le acque più calde e salate verso l’alto, favorendo lo scioglimento dei ghiacci e la formazione delle polinie.
Normalmente il sale presente in queste acque finisce per abbassare la temperatura delle acque e invertire il processo ma nel caso della polinia di Maud Rise ciò non avviene.
Perché? Secondo i ricercatori, il segreto è il “trasporto di Ekman”: un fenomeno per cui i vortici di acqua spostano il sale ad angolo retto verso la superficie. Questo garantirebbe un ulteriore apporto di sale che faciliterebbe lo scioglimento del ghiaccio.
In pratica, mentre il vento spazza la superficie dell’acqua, i vortici generati dalla corrente portano il sale fino alla superficie del ghiaccio: per effetto della trasporto di Ekman, l’acqua viene trascinata e deviata lateralmente verso l'alto, portando allo scioglimento del ghiaccio. E alla nascita di un vero e proprio buco.