Cos’è il demanufacturing e perché le aziende si stanno convertendo a questo modello di produzione

L’economia lineare sta lentamente cedendo il passo a un nuovo modello di economia circolare, più sensibile al rispetto per l’ambiente e alla disponibilità di risorse naturali. Così, sempre più aziende nel settore dell’elettronica di consumo, si stanno convertendo al demanufacturing,
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Gaia Cortese 20 Settembre 2019

Hai mai provato a far aggiustare un lettore DVD o una macchina del caffè? Probabilmente hai rinunciato non appena ti sei reso conto che la riparazione ti sarebbe costata quasi quanto l’acquisto di un apparecchio nuovo. Non è capitato solo a te, è purtroppo una cultura dell’usa e getta che si è diffusa negli ultimi decenni. Un meccanismo piuttosto illogico che ha iniziato a mettersi in funzione per la prima volta nel 1920, quando alcuni produttori di lampadine concordarono una notevole riduzione della vita utile dei propri prodotti, scoraggiando così i consumatori dal riparare i pezzi difettosi e favorire invece l’acquisto di un nuovo prodotto.

Produci, consuma e getta via

Si tratta di obsolescenza programmata, ossia una politica commerciale che vuole limitare il ciclo di vita di un bene, sia mediante criteri di progettazione che ne rendano impossibile o troppo costosa la riparazione, sia tramite l'immissione sul mercato di versioni tecnicamente più avanzate. Succede così che non si aspetta che il proprio smartphone smetta di funzionare del tutto prima di abbandonarlo, ma si preferisce sostituirlo con una versione più nuova, o nel caso della macchina del caffè che non fa più il suo lavoro, si preferisce rimpiazzarla con un modello nuovo che, guarda un po’, costa poco più del preventivo di riparazione ricevuto per il nostro elettrodomestico danneggiato. Un modello di economia lineare basato sul “produci, consuma e getta via” che ha sempre più un impatto negativo sull’ambiente e che non tiene conto della disponibilità sempre più limitata delle risorse naturali.

Alcune aziende nel settore dell’elettronica del consumo, come Apple, Panasonic e Toshiba, hanno iniziato a lavorare da diversi anni a una sorta di operazione di smontaggio dei propri prodotti che, affiancata a specifici programmi di ricondizionamento permette di “riciclare” anche in questo settore. In pratica l’elettrodomestico viene smontato e i pezzi ancora funzionanti vengono recuperati e rigenerati, in modo da poterli riutilizzare per la produzione di uno nuovo, immesso sul mercato a un prezzo più basso.

Un modello di economia circolare

Si chiama demanufacturing, ed è un modello di economia circolare che si basa sulla rigenerazione a ciclo continuo di apparecchi elettronici e dei materiali da cui sono composti. Probabilmente ti sarà già capitato di sentire parlare di smartphone e tablet rigenerati (dall’inglese refurbished). Non sono semplice dispositivi usati. Dopo essere stati utilizzati dal proprietario e restituiti al rivenditore, prima di essere rimessi sul mercato, vengono sottoposti a numerosi test di controllo per verificarne il corretto funzionamento. Possono essere direttamente le aziende a farsi carico di questo processo di ricondizionamento, ma capita anche che siano gli stessi produttori a farlo e, in questo caso, si parla di dispositivi ricondizionati certificati.

L’esempio di smartphone e tablet è quello più semplice e immediato considerato il mercato che hanno, ma il processo di ricondizionamento non riguarda solo questi device, ma tantissimi altri dispositivi di elettronica, elettrodomestici compresi. Prendiamo l’esempio di un frigorifero rotto. Da questo elettrodomestico si possono recuperare fino 3 kg di alluminio, 3 kg di rame, 28 kg di ferro e anche altri metalli, per un totale di circa 40 kg di materie prime. Ora non si può più pensare che carta, vetro e alcuni tipi di plastica siano i soli materiali riciclabili.

I vantaggi del demanufacturing

I vantaggi del demanufacturing si evidenziano nel notevole abbattimento dei costi di produzione (fino all’85% per ogni elettrodomestico ricondizionato): basti pensare che per esempio i clorofluorocarburi usati come refrigeranti per il motore di una lavatrice di ultima generazione, possono benissimo essere impiegati anche per un frigorifero, un freezer o un condizionatore.

Non solo. Il demanufacturing consente un recupero dei materiali superiore all’80%: alcuni materiali che compongono grandi elettrodomestici, infatti, vengono separati e recuperati grazie a dei sistemi a magneti e vibranti che permettono di isolare i residui ferrosi dalle plastiche e dalle resine più leggere. In questo modo, una buona quantità di materie prime pure può essere riutilizzata per dare vita a nuovi elettrodomestici.