Nel giorno precedente la sua scomparsa, Papa Francesco è apparso per l’ultima volta in pubblico. Alcuni osservatori, tra cui medici e specialisti, hanno notato che il suo viso presentava i segni della cosiddetta “facies ippocratica”, un’espressione particolare che nei secoli è stata riconosciuta come un indicatore visivo di condizioni terminali.
Ma cos’è esattamente la facies ippocratica? E perché questo antico termine medico torna oggi a essere citato in relazione al volto del pontefice?
Il termine facies ippocratica deriva da Ippocrate di Kos, medico e filosofo dell’Antica Grecia vissuto nel V secolo a.C., considerato il “padre della medicina”. In alcuni dei suoi testi, Ippocrate descriveva i segni facciali che preannunciavano l’imminente morte di un paziente.
Secondo la descrizione classica, un volto con facies ippocratica presenta:
Si tratta di un quadro che può emergere in fasi terminali, spesso in condizioni di grave disidratazione, sofferenza respiratoria o esaurimento sistemico.
Nella sua ultima apparizione pubblica, avvenuta in Piazza San Pietro durante la benedizione Urbi et Orbi, molti hanno notato un cambiamento evidente nel volto del pontefice: il colorito spento, lo sguardo assente, i lineamenti molto marcati e la generale debolezza.
Chi era vicino a lui ha parlato di un Papa visibilmente stanco, ma determinato a esserci, a salutare i fedeli un'ultima volta, nonostante le condizioni fisiche. Per alcuni, quei tratti del volto corrispondevano alla facies ippocratica, segno clinico che il corpo si stava lentamente spegnendo.
Va detto che la facies ippocratica non è una diagnosi medica in senso moderno, ma un osservazione clinica che può essere utile nel riconoscere un quadro critico o terminale. Non tutti i pazienti in gravi condizioni la presentano, ma quando compare, è spesso un segnale visibile del cedimento dell’organismo.
Nel caso di Papa Francesco, questa espressione del volto – se effettivamente identificabile come facies ippocratica – non è solo un dato clinico. Diventa anche un simbolo umano e spirituale: quello di un uomo che, fino all’ultimo, ha voluto testimoniare la sua presenza, la sua dedizione e la sua fede, nonostante il peso della sofferenza.
La facies ippocratica è una delle più antiche descrizioni mediche della prossimità alla morte. Osservarla oggi sul volto di una figura come Papa Francesco richiama alla mente il coraggio con cui ha affrontato la malattia e il declino fisico, sempre vicino al suo popolo, anche nei momenti più difficili. Un ultimo volto, segnato dal tempo e dalla debolezza, ma ricco di significato e dignità.