Cos’è l’idrocoltura e come puoi farla anche tu con poca manutenzione

Coltivare una pianta con l’idrocoltura significa risparmiare acqua, farla crescere più rapidamente e ottenere ottimi risultati con pochi sforzi. Ecco come si procede e cosa è indispensabile procurarsi.
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Gaia Cortese 8 Ottobre 2022

Niente terra, solo acqua e, all'occorrenza, argilla espansa. Quanto basta per coltivare una pianta con la tecnica dell’idrocoltura, una delle ultime tendenze green anche in ambiente domestico, che tuttavia ha origini molto antiche.

L’idrocoltura, anche conosciuta come coltivazione idroponica (dal greco hydro, che significa "acqua" e pónos, che significa "lavoro") consiste nel far crescere le piante senza terra, utilizzando solo con acqua e argilla espansa. L’acqua serve per veicolare le sostanze nutritive alla pianta, l’argilla espansa per dare un supporto alle radici. Avendo le radici immerse nell’acqua, la pianta non ha bisogno di essere annaffiata quanto una pianta coltivata in terra, ed è per questo motivo che l’idrocoltura sta diventando sempre più una tecnica  apprezzata da chi non ha propriamente il pollice verde, o meglio, non è così regolare nell'annaffiare le sue piante.

Cosa serve

Per coltivare una pianta con l'idrocoltura puoi usare un sistema chiuso o un sistema aperto. Nel primo caso è sufficiente procurarsi un semplice vaso senza fori di drenaggio; nel secondo caso si utilizzano invece due vasi, quello esterno senza fori di drenaggio e quello interno, detto idrovaso, dotato di fori o dotato di sistemi attraverso i quali la pianta riesca ad attingere acqua dal vaso esterno.

Il sistema aperto è preferibile perché consente di pulire periodicamente il vaso esterno, sostituire il fertilizzante o lavare il substrato della pianta. Il vaso esterno quindi dovrà contenere l’acqua e l'idrovaso che a sua volta, oltre alla pianta, conterrà il substrato necessario a sostenerne le radici.

Un indicatore di livello può essere utile per monitorare la quantità d’acqua presente nel vaso esterno. Infine, è necessario procurarsi il substrato, di norma costituito da granuli di argilla espansa e una soluzione nutritiva specifica per coltivazione idroponica.

Come fare

Come prima cosa, per passare all’idrocoltura, è necessario rimuovere la pianta dal suo vaso, liberando le radici dalla terra, Sistemala nell’acqua tiepida così da pulire bene le radici.

A questo punto, una volta sistemata la pianta, riempie l'idrovaso con l’argilla espansa, sistemaci la pianta e poi aggiungi altra argilla fino al bordo del vaso, in modo da coprire completamente le radici. Inserisci l’idrovaso con la pianta nel vaso esterno e aggiungi acqua, fino a riempirlo fino a circa un quarto. Dopo qualche settimana, aggiungi il fertilizzante apposito per la coltura idroponica.

Cerca sempre di tenere la pianta in un ambiente con una temperatura che oscilli tra i 18 e i 25 gradi.

Le piante adatte all’idrocoltura

Se sei poco esperto di idrocoltura, meglio iniziare con le talee perché si adattano particolarmente bene alla costante presenza di umidità e al substrato di argilla espansa.

Diversamente ci si può cimentare con i bulbi, come quelli di giacinto, di narciso, di tulipano e di amaryllis. In questo caso, tuttavia, dal momento che il bulbo non deve entrare in contatto con l’acqua, è necessario procurarsi un contenitore a forma di coppa e riempirlo di acqua in modo da non oltrepassare la base del bulbo.

Tra le altre piante che si prestano all’idrocoltura ci sono: il ficus, la calathea, il pothos, la dracena, il philodendro, l’aloe, l’hibiscus, l’anthurium e l’orchidea.

I vantaggi dell’idrocoltura

Rispetto alla tradizionale coltivazione in terra, l’idrocoltura presenta molti vantaggi. Innanzitutto, questo metodo di coltivazione non richiede particolare manutenzione e soprattutto non si rischia di sbagliare a irrigarle troppo e quindi che marciscano le radici.

È un metodo molto pulito, che consente un notevole risparmio d’acqua. Non solo. La crescita delle piante è più rapida e c'è un concreto minor rischio di parassiti e malattie.