Cos’è l’ikebana, l’arte giapponese che ti insegna a disporre i fiori secondo specifiche regole e stili

Quando si ricercano equilibrio e armonia tra l’uomo e la natura, può nascere una forma di arte sublime, curata in ogni dettaglio e fortemente simbolica. L’ikebana è l’arte della disposizione dei fiori, che segue regole precise legata alle più antiche tradizioni, ma si apre alla contaminazione dell’arte più moderna.
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Gaia Cortese 3 Marzo 2021

Nota come l’arte di disporre i fiori, l’ikebana è una disciplina artistica che risale al IV secolo d.C. e che ha le sue origini nel lontano Oriente, tra l’India e la Cina, per poi arrivare in Giappone solo più tardi, anche se è proprio qui che ha avuto una maggiore diffusione.

La parola Ikebana in giapponese significa “fiori viventi” (o "portare il fiore alla vita") e deriva dall’unione di due parole: Ike che significa “lasciare in vita” e bana che significa “fiore”.

In principio l'ikebana era un’arte praticata da monaci buddisti e dai nobili, ma con il passare del tempo raggiunse anche le classi sociali più modeste e si diffuse attraverso l’insegnamento in diverse scuole.

Significato e storia

Nonostante sia una forma di arte, l'ikebana non nasce per uno scopo decorativo. La sua origine si colloca nel culto buddhista e nell'usanza di fare delle offerte floreali. Dietro questa arte, infatti, ci sono tutto il rispetto e la dedizione dell’uomo nei confronti della natura, sentimenti che consentono una relazione più stretta tra mondo umano e mondo naturale.

In questa disciplina si cercano equilibrio e armonia, condizioni che è sempre difficile ritrovare nella realtà occidentale (mentre nel modo orientale, va un po' meglio). Armonia che si ritrova anche nella semplice scelta delle piante nel momento in cui si prediligono quelle di stagione: perfetti quindi in inverno gli ellebori e le felci, il bambù e il pino silvestre, il narciso e la rosa, mentre in primavera spazio ai fiori di ciliegio, alle camelie e alle gerbere.

Tecnica

Le composizioni di ikebana si seguono determinate regole. Si parte dal vaso, di norma in ceramica, o in alternativa da un elemento naturale come un pezzo di legno o una pietra. Delle piante scelte per la composizione si usano fiori, foglie e rami e, come dicevo poco sopra, meglio se tutto viene scelto rispettando la stagionalità.

Nella realizzazione del composizione si segue la forma del triangolo dove lo stelo più alto rappresenta il cielo (Shin); lo stelo di media altezza che viene sempre sistemato in posizione inclinata tendente al Cielo, è l’uomo (Soe) e ha generalmente una lunghezza pari a due terzi dello stelo più alto. Infine, lo stelo più basso che rappresenta la Terra (Hikae) viene sistemato di fronte agli altri due steli e in posizione opposta.

Stili e scuole

Nell'arte dell'Ikebana si distinguono diversi stili. Il primo è il Rikka, che nella composizione comprende la presenza di sette elementi: i tre rami principali e i quattro secondari. Lo stile Rikka si concentra sulla verticalità a partire da uno stelo, per poi mettere insieme tutti gli elementi della natura. Alla base si utilizza spesso il kenzan, un sostegno per inserire e reggere fiori e gambi nell'acqua. Le composizioni di ikebana trovano poi posto, all'interno della casa, in uno spazio dedicato chiamato Tokonoma.

In seguito viene elaborato uno stile più semplice, il Nageire, a cui segue il Seika, un Rikka semplificato, meno austero del Nageire. In epoca moderna ogni scuola ha poi adottato un proprio stile personale, distinguendosi anche per i diversi materiali  utilizzati, dai vasi dal bordo più basso ai diversi materiali naturali come sassi, rami secchi e via dicendo.

Scuola Ikenobo

La scuola più antica per l'insegnamento dell'ikebana è stata fondata dal monaco Senkei Ikenobo nel 1462. Obiettivo della scuola Ikenobo non è solo l’estetica, ma anche altri aspetti come la raffinatezza, la semplicità e la rappresentazione della sensibilità. Nelle composizioni c’è poi sempre un elemento protagonista e altri considerati "aiutanti", ma tra loro non c’è competizione, proprio nel rispetto di quel principio di equilibrio che contraddistingue l'arte dell'ikebana.

Scuola Ohara

La Scuola Ohara è la seconda per importanza e fondazione in Giappone e rappresenta la relazione con la natura, lo studio delle sue forme, i suoi ritmi stagionali, lo sviluppo di tutti i suoi elementi. Unshin Ohara ne è il fondatore ed è importante perché crea una nuova forma di composizione, il Moribana (che significa "fiori ammassati"), dando nuova vita e modernità alle più antiche composizioni.

L'innovazione portata dal fondatore consiste nell’utilizzo di un contenitore basso, ispirato a quello dei bonsai, dove introdurre i materiali vegetali come su un piano geometrico: per la prima volta non si utilizzano più i pesanti vasi alti cinesi, ma si ottiene una forma completamente nuova, più libera e tridimensionale.

Scuola Sogetsu

Nel 1927 Sofu Teshigahara fonda un'altra scuola al motto "tutti possono fare Ikebana Sogetsu, sempre e ovunque, con qualsiasi materiale". Nasce quindi la versione più freestyle dell'ikebana. Pur mantenendo le regole classiche tramandate nei secoli, le composizioni diventano tridimensionali, si legano all'arte moderna e accolgono anche elementi non provenienti dalla natura.