
"L'Ipcc non è altro che un ente che fa gli interessi della lobby delle rinnovabili", quante volte abbiamo ascoltato questa frase? Negli ultimi anni il cambiamento climatico e le politiche ambientali sono purtroppo (o per fortuna, dipende dalle conseguenze) salite agli onori della cronaca. L'attenzione è diventata tale che il dibattito, come ci si poteva immaginare, si è polarizzato anche intorno a questi argomenti. Chi non è convinto che gli effetti del cambiamento climatico dipendano per la maggior parte da fattori antropici è arrivato a sminuire anche il ruolo dell'IPCC. Ma cos'è quest'organo e quali sono i suoi compiti?
Prima di tutto devi sapere che quest'organo fa parte delle Nazioni Unite, quindi coinvolge tutti i 193 Paesi membri. È stato istituito nel 1988 durante l'Assemblea Generale dalla World Meteorological Organization (WMO) e dall'United Nations Environment Program (UNEP) per fornire ai politici delle valutazioni scientifiche periodiche sullo stato attuale delle conoscenze sui cambiamenti climatici, sull'impatto che avranno nelle società e sulle potenziali risposte che potremmo dare in una possibile futura convenzione internazionale sul clima.
IPCC è l'acronimo di "Intergovernmental Panel on Climate Change", ovvero "Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico": è a tutti gli effetti il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici.
Nel 2007 quest'organo, assieme al suo direttore dell'epoca, Al Gore, ha vinto il premio Nobel per la Pace "per gli sforzi compiuti per costruire e diffondere una maggiore conoscenza dei cambiamenti climatici causati dall'uomo e per gettare le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti".
L'IPCC non ha un obiettivo unico. Il suo scopo principale è l'esame di tutti i rapporti scientifici disponibili recenti e di tutte le ultime informazioni tecniche e socio-economiche realizzate in tutto il mondo. È importante far presente a chi pensa che l'IPCC possa riportare la voce di un solo gruppo di interessi che non è così: quest'organo infatti prende in considerazione i contributi di migliaia di ricercatori provenienti da tutto il mondo, aspirando a riflettere una varietà di punti di vista e competenze diverse.
Quando leggi "L'IPCC dice che…" in realtà significa "la maggior parte della comunità scientifica mondiale sostiene che…", questo perché l'IPCC non fa ricerca, né realizza il monitoraggio di dati e parametri correlati al clima. Quest'organo analizza i dati a disposizione e formula delle consulenze per i governi di tutto il mondo.
Anche quest'organo ha una sua struttura intera, si chiamano gruppi di lavoro e sono affiancati da una Task Force.
Il principale ruolo del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico è passare in rassegna la letteratura scientifica contemporanea per avere una comprensione sempre più specifica sui cambiamenti climatici.
Molti lavori che vengono prodotti da questi team assumono un'importanza globale. Per esempio, il Second Assessment Report dell’IPCC (1995) ha contribuito notevolmente all'adozione del Protocollo di Kyoto (1997). Inoltre emette diverse relazioni speciali su argomenti di crescente interesse.
Il compito più importante di questo organismo è realizzare ogni sei anni rapporti completi sullo stato delle conoscenze scientifiche mondiali. Inoltre produce rapporti speciali su argomenti stabiliti dai vari governi e rapporti metodologici che servono a stabilire le linee guida per gestire gli inventari dei gas sera.
L'ultimo rapporto pubblicato dall'IPCC è stato a marzo 2023, quando l'organizzazione ha rilasciato il Sesto Rapporto di Valutazione, redatto da un Core Writing Team e composto da tre contributi dei Gruppi di Lavoro e da un Rapporto di Sintesi.
Questo documento ci ha messo in guardia sulle tempistiche brevi che abbiamo per contrastare gli effetti del riscaldamento globale. "La finestra si sta chiudendo", denunciavano i ricercatori IPCC, affermando che le prossime generazioni potrebbero affrontare un numero estremamente maggiore di fenomeni meteorologici estremi rispetto ai loro nonni.
Nel suo V rapporto l'organizzazione aveva avvertito i governi internazionali del fatto che "L’attività antropica rappresenta una causa fondamentale di questi fenomeni, l’uso dei combustibili fossili e la deforestazione ad esempio risultano aver causato più della metà dell’aumento di temperatura osservato". Il documento afferma come sia "estremamente probabile", al 95%, che l'attività antropica che determina emissioni di gas-serra, aerosol e cambi di uso del suolo, sia la causa principale del riscaldamento globale dal 1950 fino ai giorni d'oggi.
Chi si cela dietro alle figure chiave del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico come Jim Skea? La risposta è semplice: noi. I governi delle nazioni di tutto il mondo periodicamente inviano finanziamenti a quest'organo per il suo funzionamento. Secondo un documento del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, "I Paesi membri dell’IPCC, Organizzazioni Internazionali Scientifiche e Convenzioni ONU (come l’UNFCCC) finanziano l’IPCC mediante l’IPCC TRUST FUND".
Cosa fa l'IPCC con questi soldi? Garantisce l'operato di chi fa parte dell'organismo: