Covid-19, inquinamento e climate change: intervista al professor Antonello Pasini del Cnr

Fisico del Clima del Cnr, il professor Antonello Pasini spiega che dovremmo imparare a non muoverci soltanto in condizioni di piena emergenza, ma agire prima che sia troppo tardi.
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Sara Del Dot 1 Aprile 2020

È improbabile che il Covid-19 si propaghi attraverso le polveri sottili, ma di certo chi abita in zone con un alto tasso di inquinamento è più propenso a riscontrare problematiche gravi a causa di un sistema respiratorio più fragile.

È questa l’opinione di Antonello Pasini, Fisico del Clima del Cnr, riguardo la questione, più volte sollevata ultimamente, di una possibile connessione tra la propagazione del Covid-19 e l’inquinamento atmosferico. Niente diffusione tramite polveri sottili, ma una maggiore fragilità delle popolazioni più sottoposte alle conseguenze negative delle sostanze inquinanti.

Una connessione tra cambiamenti climatici e virus, però, c'è e riguarda la necessità di agire il prima possibile per evitare conseguenze devastanti. Pasini segnala infatti l'urgente necessità di assumere consapevolezza e comprendere la portata di un problema prima che sia troppo tardi, rendendoci in grado di prevenire una situazione di emergenza.

“Per quanto riguarda il Coronavirus abbiamo agito quando eravamo già in una condizione di emergenza e gli effetti delle nostre azioni di oggi saranno visibili tra poche settimane. Dovremmo imparare la lezione nella lotta ai cambiamenti climatici, agendo oggi prima che sia troppo tardi, soprattutto considerato il fatto che potremmo verificare gli effetti delle nostre azioni sul Pianeta forse tra decenni”.