
Chi l'avrebbe mai detto che una cozza sarebbe stata capace di mettere a rischio gli esseri viventi dei laghi italiani. Eppure è ciò che hanno riscontrato diversi biologi italiani, quando hanno scoperto che il Lago di Garda non solo contiene 42 specie aliene, ovvero che non si trovano nel luogo di origine, ma è minacciato dalla presenza della cozza quagga. Più conosciuta come cozza del Dnepr, perché prende il nome dal fiume che nasce in Russia e, passando per l'Ucraina, sfocia nel mar Nero, questo esemplare è stato avvistato per la prima volta in Italia a marzo del 2022.
I primi avvistamenti del mollusco alloctono erano stati registrati nel lago di Costanza, in Svizzera, tanto che l'Ufficio Federale dell'Ambiente (UFAM) nel 2020 gli aveva dedicato un approfondimento. Secondo le indagini condotte dai ricercatori svizzeri, "possono essere accidentalmente trasferite da un corso o specchio d’acqua all’altro tramite le imbarcazioni e l’attrezzatura per gli sport acquatici. Una volta che queste specie si stabiliscono, possono influenzare notevolmente i delicati ecosistemi acquatici e minacciare la diversità delle specie. Le cozze invasive, come la cozza quagga, si insediano anche sulle infrastrutture presenti in acqua, causando costi elevati". Non solo costi economici, ma anche danni ecologici. La cozza quagga invade gli scafi, le ancore e i motori delle barche. Inoltre, è in grado di otturare le condotte di approvvigionamento dell'acqua potabile e, di certo, consuma sia il nutrimento che l’ossigeno di altre specie (anossia).
In un documento elaborato dalla Commissione Internazionale per la Protezione del Lago di Costanza, la cozza quagga è originaria del lago d’Aral e del bacino del Mar Nero. Può raggiungere dimensioni fino a 40 mm e vive per un massimo di tre-cinque anni, spiega la Commissione. L’età dell'esemplare si intuisce dal numero di anelli d’accrescimento, le dimensioni invece sono un indicatore meno attendibile. La cozza quagga cresce in base alla temperatura dell'acqua, alla disponibilità di nutrimento o alla concentrazione di ossigeno. Generalmente il periodo in cui raggiunge le dimensioni massime è la primavera.
Secondo Gavazzoni, Vicepresidente della Comunità del Garda, si tratterebbe di una specie altamente invasiva "tanto che, come successo per esempio nel Lago di Costanza, è stata in grado di soppiantare anche le specie aliene precedentemente presenti, colonizzando velocemente l’intero ambiente". E poi avverte che per il Lago del Garda potrebbero volerci quattro anni.
Come ha giustamente fatto la Svizzera, anche l'Italia ha bisogno di una corretta comunicazione sui probabili danni provocati da questo mollusco. Lo stesso Ufficio federale per l'Ambiente UFAM ha raccomandato i servizi specializzati cantonali "di informare gli attori interessati (associazioni della pesca, dello sport e dei costruttori di barche) e introdurre misure preventive". I possessori di imbarcazioni quindi, o chi lavora nel settore, dovranno ispezionare, pulire e asciugare la barca ogni volta prima di cambiare lago o fiume.