Crollo della produzione di pellicce: un segno positivo per la moda etica

Negli ultimi anni, l’industria della moda ha vissuto una trasformazione significativa, allontanandosi progressivamente dall’uso di pellicce animali. Questo cambiamento positivo, segnato da un calo drastico nella produzione, riflette una crescente consapevolezza etica e un impegno verso pratiche più sostenibili.
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Redazione 23 Febbraio 2025

Negli ultimi anni, l'industria della moda sta vivendo una vera e propria rivoluzione, con un progressivo allontanamento dall'uso di pellicce animali. Questo cambiamento, che non è più una semplice tendenza, è il frutto di una crescente consapevolezza etica, sostenuta da attivisti, consumatori e governi.

Produzione globale in calo: un cambiamento che fa ben sperare

Secondo i dati della Fur Free Alliance, la produzione globale di pellicce ha subito un crollo significativo del 40% nel 2023 rispetto all'anno precedente. Guardando al periodo dal 2015, la produzione è diminuita dell'85%, un dato che testimonia il crescente impegno verso il benessere animale, risparmiando milioni di visoni, volpi e procioni dalla sofferenza negli allevamenti.

Anche in Europa il panorama sta cambiando: nel 2018 esistevano oltre 4.300 allevamenti di animali da pelliccia, mentre nel 2023 il numero è sceso drasticamente a poco più di 1.000. Anche in Cina, il principale produttore mondiale, si è registrato un calo della produzione di pellicce di oltre il 50% dal 2022. Questi segnali di cambiamento si stanno verificando a livello globale, con un impatto significativo sulla moda e sull'industria.

Le alternative etiche e la crescente domanda di moda sostenibile

In risposta a questa evoluzione, più di 1.600 marchidi moda hanno deciso di abbandonare l'uso della pelliccia, tra cui grandi nomi come Gucci, Armani e Michael Kors. Questo cambiamento riflette non solo una maggiore attenzione al benessere degli animali, ma anche un cambiamento nel concetto di lusso: oggi l'esclusività è sempre più associata alla sostenibilità e all'innovazione, piuttosto che all'uso di materiali di origine animale.

Il problema non è ancora risolto: alcuni marchi resistono

Tuttavia, non tutti i brand hanno seguito questa tendenza. Marchi come Fendi, Louis Vuitton e Woolrich continuano a utilizzare pellicce nei loro prodotti. Il commercio globale delle pellicce continua a causare la sofferenza di circa 20 milioni di animali ogni anno, una realtà che non può essere ignorata.

Le campagne di sensibilizzazione hanno avuto un ruolo fondamentale in questa evoluzione, portando alla luce le crudeltà legate all'industria della pelliccia e spingendo verso un cambiamento legislativo. Paesi come la Romania hanno recentemente introdotto leggi per vietare la produzione di pellicce, segnando un passo importante.

La battaglia non è finita: è essenziale un impegno continuo Sebbene siano stati compiuti enormi progressi, la lotta contro l'uso delle pellicce non è ancora terminata. È fondamentale continuare a fare pressione sui marchi e promuovere nuove regolamentazioni per eliminare completamente l'uso della pelliccia e garantire un futuro in cui la moda sia completamente cruelty-free.