Cubetti di ghiaccio? No grazie: lo chiede il pianeta

È un’abitudine, ma se ci soffermiamo a pensarci non è molto sostenibile: ecco perché sarebbe meglio dire di no al consumo di ghiaccio (anche quando fa molto caldo).
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Sara Polotti 16 Luglio 2023

"Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio": come può essere un cubetto di acqua tanto evocativo e socialmente rilevante? Lo è: i cubetti di ghiaccio in estate sono un must. Tanto che uno degli incipit più belli della storia della letteratura (quello di Cent'anni di solitudine) richiama proprio il ghiaccio. E tanto che un cocktail per molte persone non è degno di chiamarsi cocktail se non prevede ghiaccio (a cubetti o tritato, a seconda della ricetta).

Per noi, insomma, il ghiaccio è qualcosa di scontato, conosciuto, banale. Ma basta pensarci per un attimo per capire che il ghiaccio non è per niente normale, nelle nostre zone climatiche.

Ecco perché l'articolo pubblicato su Scientific America non sorprende: secondo loro, per rendere i cocktail più sostenibili, sarebbe meglio andarci piano con il ghiaccio. Sai perché?

I cubetti di ghiaccio? Meglio di no

Le risorse idriche

La produzione di ghiaccio richiede notevoli quantità di acqua. In molti casi, l'acqua utilizzata per produrre il ghiaccio è di qualità potabile. Questo significa che stiamo utilizzando preziose risorse idriche che potrebbero essere meglio impiegate per scopi più essenziali, come il consumo umano o l'irrigazione agricola. Ridurre il consumo di ghiaccio significa risparmiare risorse idriche preziose e preservare una risorsa essenziale per il futuro.

Il consumo energetico

La produzione del ghiaccio – soprattutto quello destinato alla ristorazione, che viene venduto in sacchi o pellicole pre-formate per rispondere alle richieste ingenti (si parla di circa una tonnellata di ghiaccio a sera, per un locale ben frequentato) – richiede energia, che spesso proviene da fonti non rinnovabili. Lo stesso vale per la sua distribuzione (in appositi camion refrigerati) e conservazione, anche casalinga.

Gli impianti per la produzione del ghiaccio e quelli per tenerli refrigerati (ad aria o acqua) consumano elettricità in modo significativo, contribuendo alle emissioni di gas serra e all'aggravamento dei cambiamenti climatici. Evitare l'utilizzo del ghiaccio riduce la domanda energetica e promuove una maggiore sostenibilità ambientale.

I rifiuti

Non pensare ai cubetti di ghiaccio (pochi) che prepari nelle classiche formine per il freezer. Se parliamo di ristorazione e grande distribuzione, il ghiaccio viene consumato anche confezionato. Questo utilizzo del ghiaccio spesso comporta l'utilizzo di sacchetti di plastica monouso o di contenitori di plastica. Questi rifiuti di plastica contribuiscono all'inquinamento ambientale e possono causare danni agli ecosistemi marini e terrestri. Inoltre, la produzione di plastica richiede petrolio e energia, aggravando ulteriormente il problema dei cambiamenti climatici. Ridurre l'uso di ghiaccio significa anche ridurre la quantità di rifiuti di plastica generati e promuovere un ambiente più pulito e sano.

Le alternative

Se vuoi rinfrescare una bevanda durante l'estate o preparare un cocktail fresco, puoi affidarti ai cubetti di ghiaccio in silicone (riutilizzabili, senza ulteriore consumo di acqua) oppure semplicemente refrigerare le bottiglie in frigorifero.

E al bar puoi iniziare a chiedere i cocktail senza ghiaccio, o con un consumo ridotto dello stesso, iniziando a dare l'esempio e a diffondere la consapevolezza su questo argomento.