Gli effetti collaterali della pandemia, lo sappiamo, sono molteplici e su più fronti: non ne hanno risentito solo l’economia, l’istruzione, la socialità; anche l’organizzazione del Sistema Sanitario è stata messe a dura prova (anche per quanto riguarda il sistema di screening e prevenzione delle patologie più diffuse).
La paura del contagio ha infatti frenato l’attenzione alla prevenzione in ogni campo e il lockdown ha fatto il resto, posticipando i programmi di screening di molte patologie. L’allarme è stato lanciato ad agosto da Norman E. Sharpless, Direttore del National Cancer Institute (NCI), nell’editoriale pubblicato su Science* – relativo alle ripercussioni delle dilazioni diagnostiche sulla mortalità oncologica. Anche la cura delle malattie cardiocircolatorie e la prevenzione secondaria delle stesse è stata colpita indirettamente da questa situazione: la mortalità per infarto è triplicata durante i mesi primaverili dell’emergenza e ancora si sta accertando l’insieme delle vittime indirette della pandemia che ha vanificato le azioni messe in campo in ogni settore.
Se una patologia è da sempre sottovalutata, con la pandemia ha rischi di aggravarsi ancora maggiori. Parliamo dell’epatite C, che se diagnosticata e curata eviterebbe di causare complicazioni ulteriori con esito grave. Il virus HCV che la causa colpisce quasi sempre in modo silenzioso nella fase acuta: si insinua nell’organismo per lo più senza sintomi (solo il 5% accusa sintomi come diarrea, vomito, febbre), attiva il sistema immunitario che può debellarlo o perdere la sua battaglia, generando complicazioni specialmente a livello epatico. Il “bicchiere mezzo pieno” è che le cure ci sono. E sono efficaci per il 95% dei casi.
C come Curabile è la campagna digitale di sensibilizzazione, promossa da Gilead Sciences con il patrocinio della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), della Fondazione The Bridge, di Epac Onlus, dell’Associazione Italiana Studio del Fegato (AISF), di Plus Onlus e Fondazione Maraini. «Con C come Curabile – spiega Cristina Le Grazie, Direttore Medico di Gilead Sciences – vogliamo proseguire nel nostro impegno contro l’epatite C anche durante questa pandemia. La lotta all’infezione e gli sforzi per raggiungere la sua eliminazione non possono arrestarsi ed è per questo che abbiamo scelto il canale digitale che in questo momento permette di raggiungere fasce più ampie della popolazione e di parlare loro di prevenzione e diagnosi. È solo però un primo passo cui ne seguiranno altri anche al di fuori dell’ambito digitale».
E il primo grande “limite” che impedisce di debellare il virus siamo proprio noi stessi. Che (spesso inconsapevolmente) mettiamo in atto comportamenti a rischio o semplicemente non diamo il giusto peso all’informazione in materia. C come Curabile rende ognuno di noi attore protagonista della propria guarigione, aiutandoci a misurare il tasso di rischio di contagio a cui la nostra storia ci può aver esposto: l’uso scorretto dello stesso rasoio o della stessa lametta, quello inappropriato di aghi non sterili per tattoo o piercing, una trasfusione di sangue avvenuta tanti anni prima, il consumo di droghe per endovena, un intervento chirurgico o dal dentista. Sono tutti episodi che possono aver dirottato il virus dell’epatite nel nostro organismo e se ristagna per anni incontrollato porta alle patologie più gravi. Sono circa 300mila in Italia le persone che ancora non sanno di essere contagiate: un numero davvero esorbitante sia per le stime di mortalità dei prossimi decessi, sia per la probabilità di ulteriore diffusione del virus.
Senza consapevolezza, queste ipotetiche 300mila persone – ignare di essere ammalate – possono portare a un aggravio dell’incidenza: ecco perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito tra i propri obiettivi la riduzione del 65% delle morti legate all’epatite C e del 90% dei nuovi contagi entro i prossimi 10 anni. Cosa serve? Possiamo iniziare con un semplice quiz per calcolare il rischio, consultabile sul sito dell’iniziativa, e un esame del sangue prescritto dal proprio medico di base.
*https://science.sciencemag.org/content/368/6497/1290 (Science 19 Jun 2020: Vol. 368, Issue 6497, pp.
1290 DOI: 10.1126/science.abd3377)
Messaggio a carattere istituzionale di Gilead Sciences
IT-HCV-2021-02-0008