
Sembra uno dei classici intrecci irrisolvibili, eppure davanti ai dati non si può negare l'evidenza. Oggi l'Arpa Veneto, l'Agenzia per la Prevenzione e protezione dell'ambiente della regione Veneto, ha pubblicato un report con un'analisi meteo climatica e glaciologica sul crollo della Marmolada, la più alta vetta delle Dolomiti.
Il report che viene pubblicato periodicamente riporta l'attenzione sul "drammatico crollo del seracco della Marmolada riporta l'attenzione sugli effetti del riscaldamento globale", e questa volta lo fa con un'attenzione particolare agli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai.
I ricercatori fanno presente che i mesi di maggio-giugno sono tipicamente il periodo in cui si attivano i processi di fusione del ghiaccio, ovvero quando il ghiaccio assorbe calore e progressivamente da solido diventa liquido. In questo periodo però nel 2022, secondo Arpa Veneto, "le temperature medie giornaliere sono risultate significativamente superiori alla media storica, con uno scarto di +3.2°C nei due mesi". In particolare, si registra un +4,8° nella seconda decade di maggio e un +5,4° nella seconda decade di giugno.
La stazione di controllo presente a Punta Rocca sulla Marmolada riporta una situazione in cui si è superato per ben 7 volte il valore medio di +10°C. Il 20 giugno di quest'anno c'è stato il picco massimo di +13.1°, ma non è il massimo storico. Il 20 luglio 1995 la temperatura registrata era di +15.7°C, la massima mai registrata negli ultimi anni sulla Marmolada. Mentre ieri, 3 luglio, giorno del crollo, la temperatura registrata era di +10.7°. Sono temperature comunque molto più calde di quelle del 2003, considerato per tutti l'anno in cui le temperature estive hanno raggiunto il record.
Fa riflettere la dichiarazione rilasciata da Arpa Veneto, che nell'analizzare il fenomeno dichiara che da un punto di vista glaciologico questi crolli risentono solo in forma parziale delle temperature giornaliere. I ghiacciai necessitano di tempi lunghi per cedere ai cambi di temperature e si devono verificare condizioni sfavorevoli persistenti. Condizioni che, ricorda Arpa Veneto, "si stanno verificando da anni". Ma se eravamo a conoscenza di tutto ciò, perché non abbiamo fatto nulla?