Da Lecco a Trezzo su due ruote: la ciclabile che racconta le opere ingegnose di Leonardo da Vinci

Non è solo una pista ciclabile, ma un viaggio nel tempo per ammirare non solo santuari e chiese, ma anche ponti, traghetti e ruote idrauliche. La ciclabile che porta da Lecco a Trezzo è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita, pedalando tra vie asfaltate e sterrati, in mezzo alla natura.
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Gaia Cortese 20 Settembre 2021

Non è solo una via ciclabile. Quella che porta da Lecco a Trezzo, e che si sviluppa lungo l’argine dell’Adda è un percorso impregnato di storia e cultura. Si parte da Lecco  per arrivare dopo circa 35 km a Concesa, una frazione poco oltre Trezzo, dove dal fiume Adda nasce il Naviglio Martesana. Lasciate la località di Lecco si raggiunge in pochissimo tempo Pescate fra il lago di Garlate e il parco naturale del Monte Barro. E' nl punto che inizia la città, appena oltre il ponte Azzone Visconti, che ha inizio l’itinerario ciclabile che porta verso sud.

Pescate è stata la location scelta dal Manzoni per raccontare la storia di Renzo e Lucia a cavallo fra XVI e XVII secolo. La pista ciclabile dell'Adda procede su sterrato per circa un chilometro prima di iniziare a costeggiare il lago di Garlate e trasformarsi da strada bianca ad una striscia di linoleum rosso.

Sulla riva occidentale del lago di Garlate ci sono diversi parchi ed aree verdi dove fare una pausa di qualche minuto e, per chi è appassionato di birdwatching, questo è senza dubbio un buon posto per avvistare qualche esemplare. Quando la ciclabile costeggia il lago è facile imbattersi anche in numerosi pescatori in attesa di prendere qualche pesce, mentre sulla riva opposta del lago, Vercurago e Maggianico appaiono come due isole divise dalla Rocca dell'Innominato e sovrastate dal Resegone.

Dopo circa una decina di chilometri, l'Adda si allontana dai centri abitati (e con lui anche dalla pista ciclabile) e la natura esplode in tutta la sua bellezza: sul lato opposto del fiume la vegetazione è composta soprattutto da canne e bassi arbusti, il perfetto rifugio per molte specie di volatili acquatici, mentre all'altezza del comune di Airuno, la ciclabile dell'Adda entra in un tratto boschivo che offre una piacevole ombra.

Il fiume Adda che costeggia la via ciclabile

Dopo qualche pedalata il bosco lascia spazio e numerosi campi coltivati e grandi casolari abbandonati che rendono il paesaggio molto colorato. Dopo 15 km lo sterrato ritorna ad essere asfalto e ci si ritrova nel paese di Brivio.

A questo punto seguono le indicazioni per le frazioni di Tozzo e Molinazzo. Lungo l'itinerario è facile trovare cartelli marroni che indicano la presenza e la distanza dall'Ecomuseo di Leonardo, una delle principali attrattive del Parco Adda Nord. Dopo 20 km dall'inizio della pista ciclabile dell'Adda si giunge ad Imbersago e quindi al famoso traghetto a fune di Leonardo da Vinci. Si tratta di una sorta di grande zattera in grado di trasportare anche due automobili, e che si muove perpendicolarmente al moto dell'acqua e permette l'attraversamento dell'Adda senza dover ricorrere ai moderni ponti.

Il ponte di ferro di Paderno d’Adda

Procedendo lungo la ciclabile, si raggiunge il ponte di ferro di Paderno d'Adda, non più lungo di 400 metri, ma la cui struttura è massiccia e piuttosto imponente. Appena oltre il ponte è visibile la diga Edison affiancata da un edificio e da una chiesetta; si attraversa un ponticello e di prosegue fra i due rami dell'Adda: uno visibile a destra ridotto a poco più di un canale viene chiamato Naviglio di Paderno, l'altro nascosto dalla vegetazione è il fiume Adda vero e proprio. Questo tratto di percorso, vale a dire questa lingua di terra racchiusa tra l'Adda e il Naviglio di Paderno è l'Ecomuseo di Leonardo.

Dopo circa 27 km dall'inizio della ciclabile si raggiunge Cornate d'Adda e più precisamente la frazione di Porto d'Adda. Qui è ossibile visitare il Santuario di Santa Maria della Rocchetta risalente al XIV secolo, dove visitare la cisterna romana e i resti medievali.

Scendendo a destra del Naviglio della Martesana, è possibile ammirare il sistema delle chiuse che aveva lo scopo di permettere la navigazione anche in questo punto tortuoso del fiume. Inizialmente fu progettato da Leonardo Da Vinci a cavallo tra il XV e il XVI secolo, ma venne realizzato solo due secoli dopo.

Lungo la ciclabile si incontrano almeno tre centrali elettriche, di cui la più fotogenica è sicuramente la Taccani. Dopo averla fotografata e aggirata, la ciclabile dell'Adda prosegue staccandosi dal fiume per poche decine di metri. Dopo circa un chilometro dalla centrale Taccani, si raggiunge il villaggio di Crespi d'Adda, dichiarato Patrimonio dell'UNESCO. Se non ci siete mai stati vale veramente la pena organizzare una visita sia per le caratteristiche architettoniche degli edifici di fine 1800, sia per la storia di questo luogo fuori dal tempo!

Pedalando lungo la Martesana, di tanto in tanto, si scorge sulla sinistra il fiume Adda alla sinistra e, a un certo punto la foce del Canale Villoresi a destra. All'altezza di Vaprio d'Adda si attraversa la strada asfaltata prima di rientrare sulla ciclabile dell'Adda vera e propria e prosegue verso Cassano. Qui c'è una vecchia ruota d'acqua, un vero gioiello da conservare per la sua forma perfetta, la posizione e lo stato di conservazione.

La ruota di Groppello, chiamata Rudune e voluta da Carlo Borromeo, è un altro esempio di ruota d'acqua ben conservata. Non si tratta di un mulino, bensì di una ruota in grado di sollevare l'acqua per poterla convogliare, in questo caso, in un sistema di irrigazione. Le case di Cassano decretano la fine della pista ciclabile dell'Adda, ma il viaggio in bici può continuare ancora fino alla città di Milano.