Pannolini e assorbenti fanno parte di quella categoria di rifiuti difficilmente gestibili che, a oggi, richiedono modalità di smaltimento decisamente inquinanti. Sono anni, quindi, che si cercano nuovi modi per evitare che diventino rifiuti non riciclabili.
Una di queste modalità riguarda l'edilizia.
Un nuovo progetto di ricerca condotto dall'ingegnera civile Siswanti Zuraida presso l'Università di Kitakyushu in Giappone ha infatti provato a unire questi due elementi, con l'idea di utilizzare frammenti di pannolini usati al posto della sabbia per la produzione di cemento. Un approccio che potrebbe portare a benefici ecologici tangibili e concreti.
"Recentemente", recita l'introduzione dello studio, "diversi ricercatori e ricercatrici hanno dedicato parecchio tempo e lavoro nello sviluppo di materiali edili a partire da rifiuti di scarto, dal momento che è più ecologico, in particolare nel caso di tutti i rifiuti non riciclabili". Se, infatti, i rifiuti non riciclabili invece di venire gettati negli inceneritori e nelle discariche venissero impiegati nella costruzione di casa, sarebbero decisamente meno inquinanti.
Tra i rifiuti non riciclabili più diffusi al mondo vi sono i pannolini usa e getta.
Al loro interno contengono – oltre al resto – polimeri super assorbenti, materiali di grande interesse edile. Sono infatti utilizzati anche in altri settori, come per la produzione di dispositivi biomedici e cavi elettrici, per la loro capacità di assorbire e trattenere grandi quantità di fluidi.
Se venissero utilizzati nella produzione del cemento, potrebbero aumentare la viscosità del calcestruzzo e migliorarne la presa. Inoltre, i polimeri contenuti nei pannolini potrebbero sigillare eventuali crepe, impedendo il deterioramento del cemento.
A questo si aggiunge l'acidità dell'urina, che potrebbe addirittura migliorare la qualità del cemento.
I ricercatori giapponesi hanno quindi avviato il processo concreto di studio raccogliendo pannolini usati, che sono stati lavati, asciugati e triturati.
Successivamente, hanno mescolato i frammenti di pannolino con cemento, ghiaia e acqua, ottenendo sei diverse miscele con varie percentuali di pannolini sminuzzati per studiarne l'efficacia.
Dopo circa un mese – periodo necessario per l'indurimento del composto – è stata valutata la resistenza dei campioni alla pressione per determinarne il punto di rottura. I risultati? Maggiore è la quantità di pannolini sminuzzati utilizzati nella composizione, minore è la resistenza del materiale ottenuto. Pertanto, ogni componente architettonico di un edificio richiederà una miscela specifica a seconda della sua funzione e della sua posizione interna o esterna, in basso o in alto.
Per testare con precisione questi nuovi materiali edili a base di pannolini usati e per valutarne l'efficacia e la resistenza sul campo, ricercatori e le ricercatrici hanno costruito un prototipo di casa. Si trova in Indonesia, e per la costruzione hanno preso come riferimento gli standard degli alloggi a basso costo.
La casa in questione si presenta su un solo piano ed è distribuita su una superficie di 36 metri quadrati. Piccola, ma funzionale e soprattutto completa: al suo interno ci sono soggiorno, cucina, due camere da letto e un bagno.
Proprio perché ogni componente architettonico richiede una miscela diversa, i calcoli condotti dal team hanno portato a stabilire che nei muri divisori i frammenti di pannolino possono sostituire fino al 40% della sabbia, nelle colonne e nelle travi fino al 27%, mentre nel pavimento al massimo fino al 9%.