
Il polietilene tereftalato, più noto con la sigla Pet, è un materiale plastico dalle numerose proprietà, tra cui quella di poter essere riciclato e reimpiegato più volte nella produzione di plastica o in altri processi industriali (per esempio, la realizzazione di filato per indumenti sintetici o rivestimenti degli interni delle automobili) senza perdere le sue caratteristiche. In Italia, però, per una legge degli anni Settanta, era consentito realizzare nuove bottiglie o vaschette per alimenti in Pet utilizzando al massimo il 50% di materiale riciclato, mentre la restante parte doveva essere costituita da materia prima vergine. Un inspiegabile ostacolo al pieno dispiegarsi di quell'economia circolare, di cui tanto avrai sentito parlare e che svolge un ruolo chiave nella transizione sostenibile del nostro modello di sviluppo.
Con l'arrivo del nuovo anno questo limite normativo è stato finalmente cancellato, e dal 1 gennaio 2021 è possibile fabbricare e commercializzare bottiglie in Pet riciclate al 100% anche nel nostro Paese. La legge 178/2020, la cosiddetta Legge di Bilancio 2021, ha infatti eliminato (con l’articolo 1, comma 1085) l’obbligo, previsto nel Dm 21 marzo 1973 "sulla disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili, destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze d’uso personale", di rispettare la percentuale minima del 50% di plastica vergine nella produzione di nuove bottiglie.
Come ricorda Assoambiente, restano comunque valide le altre condizioni stabilite dall’articolo 13-ter del Dm 21 marzo 1973: