Da scarti della frutta a tovaglioli compostabili: la lunga vita delle bucce che diventano “Crush”

Non tutto ciò che butteresti è in realtà un rifiuto. In alcuni casi, può trasformarsi in una preziosissima materia prima. Anche se d’istinto la butteresti nel bidone dell’umido.
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Sara Del Dot 17 Marzo 2021

“Buttare via” è un gesto quotidiano quasi scontato, ma a volte potrebbe non rivelarsi la mossa più utile. Soprattutto quando ciò di cui ti stai per liberare potrebbe trasformarsi invece in materia prima preziosissima.

È proprio ciò che sta accadendo in Toscana, all’interno di alcuni stabilimenti in cui vengono prodotti tovaglioli e rotoli di carta assorbente, di proprietà dell’azienda svedese Essity che, grazie all’unione progettuale con la storica cartiera vicentina Favini ha adottato un sistema per trasformare alcuni scarti organici in materia prima per le proprie produzioni.

Da un processo di economia circolare che coinvolge scarti che normalmente diventerebbero compost come residui di produzioni industriali di arance, mais, uva, ciliegie, mandorle, noci e caffè nascono quindi tovaglioli biodegradabili al 100%, che consentono di risparmiare fino al 15% della cellulosa estratta dagli alberi per fare la carta. In pratica, al posto di usare soltanto cellulosa, una parte di essa viene sostituita da questi scarti completamente naturali.

Questa carta dalle sfrumature green, nata da Favini e fonte di ispirazione per Essity si chiama Crush ed è una carta made in Italy che rende sostenibile anche prodotti tassativamente monouso come tovaglioli, carta assorbente e carta igienica.

E non è tutto. La realizzazione di questo genere di prodotto, infatti, richiede una quantità minima di solventi chimici, rispetto al riciclo della cellulosa. Anche il ciclo di produzione quindi risulta più sostenibile.

Crush è soltanto l’ennesimo esempio di come l’economia circolare può aiutare a ridurre l’impatto umano e industriale sull’ambiente, trasformando scarto in opportunità.