Dai serbatoi naturali ai rubinetti, passando per gli acquedotti: come l’acqua arriva tutti i giorni nelle nostre case

Bere, cucinare, lavarsi, fare le pulizie. L’acqua è fondamentale per la nostra vita di tutti i giorni. Ma come arriva nelle nostre case? Quale percorso compie dalle fonti fino ai nostri rubinetti? Te lo spiego in maniera semplice in questo articolo.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Michele Mastandrea 17 Giugno 2022

Un gesto che diamo tutti per scontato. Se apriamo un qualsiasi rubinetto nelle nostre case, esce acqua. Ma come arriva l'oro blu nelle nostre case? Provo a spiegartelo in questo articolo.

Se possiamo comodamente usare l'acqua nella nostra vita di tutti i giorni, è grazie a un sistema complesso, che ci permette di trasportarla dalle fonti alle case. A svolgere un ruolo decisivo sono gli acquedotti. Si tratta delle enormi infrastrutture che trasportano per decine di chilometri le acque prese da un deposito naturale nel corso della prima fase del ciclo dell'acqua, detta di captazione.

Questo deposito può essere un lago, o un fiume, soprattutto per quanto riguarda l'uso agricolo. Se invece pensiamo all'acqua delle nostre case, nella maggior parte dei casi arriva una falda acquifera sotterranea, che emerge attraverso una sorgente o alla cui acqua cui si accede scavando un pozzo. A volte l'acqua può essere prelevata da un bacino artificiale, alimentato grazie alle precipitazioni: alla pioggia e alla neve, insomma.

Prima del rubinetto

L'acqua trasportata dagli acquedotti non arriva però direttamente alle nostre case. Deve essere prima filtrata e depurata, dunque resa potabile. Ovvero, bevibile. Questo passaggio avviene all'interno delle cosiddette ‘vasche di raccolta‘. Qui l'acqua è resa trasparente, di odore e sapore gradevole, e ovviamente priva di elementi dannosi per la salute. In tal senso prima vengono eliminati sabbia, terriccio e altre impurità, poi viene aggiunto il cloro, che elimina potenziali batteri nocivi.

A quel punto, dalle vasche l'acqua viene trasmessa a grandi serbatoi e dunque alle nostre case, grazie ai tubi che costituiscono l'ultimo tratto della rete idrica. Qui entrano in gioco i cosiddetti ‘allacci‘, ovvero le condutture che portano l'acqua dalla rete di distribuzione generale alle singole case.

In quest'ultimo tratto di distribuzione avviene in maggior parte un fenomeno su cui bisognerebbe intervenire al più presto. Ti sto parlando degli sprechi, dato che l'anzianità degli allacci in molte parti del Paese, espone tutto il sistema a grandi perdite. Ma il problema riguarda tutte le componenti della rete: servirebbe dunque una profonda opera di manutenzione, come segnalato anche dall'Istat in un rapporto dedicato al tema.

L'ultimo passo…e il ritorno all'inizio

Ad ogni modo, a quel punto, l'acqua arrivata nelle nostre case viene usata per bere, per lavarci, per cucinare e così via. Una volta usata per cucinare la pasta, o per fare andare la lavatrice, finisce negli scarichi, collegati a loro volta a un'altro sistema di tubature, quello che compone il sistema fognario.

Da qui, a loro volta, le acque sporche arrivano in altri bacini di raccolta, i depuratori. Questi le puliscono dagli elementi nocivi e le restituiscono – completando il ciclo – al punto di raccolta originario, come fiumi e laghi.

Il tutto, te ne sarai accorti, avviene in una logica di circolarità virtuosa, che viene ovviamente attivata dalle precipitazioni, l'elemento fondamentale affinché la quantità d'acqua sia sempre rinnovata. Capisci che se non piove o non nevica per tanto tempo, l'intero ciclo è messo a rischio. Agire sul terreno del contrasto ai cambiamenti climatici è dunque fondamentale affinché l'acqua che arriva nelle nostre case possa continuare a farlo anche in futuro.