
Un esemplare tornato in libertà si gode il suo viaggio per il mondo, contando da tempo ormai soltanto sulle sue forze. Questa è la storia di Sara, una femmina di capovaccaio che ha percorso 4mila chilometri attraversando mari e deserti. L'esemplare è partita il 18 marzo dal Niger e da poco ha raggiunto l'Italia: fu liberata all'età di 5 anni nell'Oasi Lipu di Gravina di Laterza, in provincia di Taranto.
La speranza è quella che possa tornare nella riserva che le ha permesso di crescere e di spiccare definitivamente il volo, perché no anche per covare delle uova. La sua storia è stata raccontata dalla Lipu per sensibilizzare il tema della conservazione e la salvaguardia della specie visto che secondo l'Iucn italiano è "in pericolo critico".
Sara fu rilasciata 5 anni fa nel canyon della Gravina di Laterza per tornare in Africa. L'importanza della specie, a distanza di 5 anni, è fondamentale perché a partire dal quinto anno di vita il capovaccaio nidifica: la speranza, infatti, è proprio che l'esemplare decida di covare in Italia, in modo da aumentare la popolazione.
Attualmente nel Meridione sono state classificate soltanto 10 coppie di capovaccaio ed è per questo che la specie è stata indicata a rischio estinzione. Il capovaccaio è un uccello migratore che raggiunge l'Italia durante la primavera.
Sull'arrivo di Sara in Italia si è espresso il direttore Area Conservazione Natura della Lipu, Claudio Celada: "Come accade ogni anno fedeli alle loro abitudini evolutive e biologiche, gli uccelli migratori tornano tra noi. Hanno già attraversato la nostra penisola molti rapaci veleggiatori, così come i limicoli, gli anatidi e gli uccelli canori, che migrano in prevalenza di notte, mentre altri stanno arrivando proprio in questi giorni, dopo un viaggio colmo di minacce vecchie e nuove che li mettono a rischio".