Dall’abbandono alla rinascita: la storia di una libreria ad alta quota che ridà vita alla montagna

A 1238 metri di altitudine, sulle Alpi del Verbano-Cusio-Ossola, c’è una realtà che resiste all’abbandono della montagna e prova a invertire la rotta grazie alla forza dei libri e delle relazioni umane. La buona notizia? Ci sta riuscendo.
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Giulia Dallagiovanna 22 Aprile 2024

Se frequenti spesso la montagna, ti ricorderai facilmente la strada per raggiungere i tuoi luoghi preferiti. Panoramica, piena di curve e tornanti e disseminata, qua e là, da gruppi di case che non di rado hanno le imposte chiuse. Sono circa 5mila i borghi "fantasma" in Italia, secondo un conteggio dell'Università Ca' Foscari di Venezia. 5mila comunità che si sono disgregate e sono confluite piano piano verso le città più grandi, per trovare quei servizi e quelle comodità che il territorio montano non garantiva più. Le abitazioni che restano sono abbandonate del tutto, messe in vendita o utilizzate per la villeggiatura estiva. Ma nel Verbano-Cusio-Ossola, a 1238 metri di quota, c'è una libreria che sta provando a invertire la rotta.

La Libreria Alpe Colle si contende il titolo di più alta d'Italia con una realtà simile nata nella valle vicina

"Mi prendevano per pazzo quando dicevo che volevo creare un vero e proprio percorso lavorativo in alpeggio. È stata una sfida, ma è un territorio che offre tante ricchezze paesaggistiche. È come un foglio bianco, dove si possono tracciare nuove strade sfruttando la creatività e l'ingegno". Una decina di anni fa, Marco Tosi era un libraio che girava per le città alla ricerca di volumi usati, prime edizioni o titoli fuori catalogo. Oggi è un libraio di montagna.

"Mi ricorderò sempre uno dei primi weekend che ho tenuto aperto la libreria – racconta. – Era la prima settimana di maggio, una giornata di pioggia e nebbia. Uno di quei giorni in cui già sai che non si presenterà nessuno. Dopo circa un'ora, bussano alla porta. Entra una famiglia con due bambini piccoli, di 7 e 10 anni. Tutti fradici. Arrivavano da un paesino di 40 abitanti, in Val d'Aosta, e si erano fatti quasi tre ore di auto per visitare il posto. Sono rimasti tutta la mattina e nelle settimane successive hanno organizzato una gita di paese". È l'episodio che segna una svolta: la Libreria Alpe Colle non è solo un luogo dove organizzare eventi estivi, ma una realtà che rimane aperta da aprile a dicembre a presidiare l'alpeggio, terra di passaggio tra il Lago Maggiore e la valle Intrasca.

Gli eventi sono stati appunto il primo passo, l'interruttore che ha fatto accendere il nuovo percorso. Iniziano nell'estate del 2014, 4 o 5 giornate con musica dal vivo e incontri nella baita di famiglia. Una casa che ha già di per sé una storia di radici e resistenza: acquistata dal bisnonno nel 1933, viene rasa al suolo durante il rastrellamento nazista del 1944 e poi ricostruita agli inizi degli anni '50 dal nonno.

Tetto in legno scuro, intonaco bianco e persiane rosso vivo. A guardarla oggi, è soprattutto una casa che trabocca di libri. Appoggiati sugli scaffali, sui davanzali delle finestre o sui bancali all'esterno. Immersa nel verde, ma raggiungibile facilmente in auto e a piedi, l'Alpe Colle vuole offrire un'occasione per vivere la montagna, intesa non come cima da conquistare ma luogo dove fermarsi, prendersi del tempo per sè stessi, immergersi in quel territorio. A partire dallo scorso anno, gli eventi sono spariti dal caldendario: "L'intento era creare maggiore consapevolezza. Non volevo che le persone arrivassero all'alpeggio per partecipare a qualcosa ma semplicemente per viverlo". La forza d'attrazione dei libri, del passaparola e delle relazioni umane ha fatto il resto. "Ogni domenica la libreria era piena di lettori. Al punto che avevo allungato il periodo d'apertura fino a Natale e quest'anno farò altrettanto".

La speranza di Marco Tosi è quella di scatenare un effetto domino, per cui sempre più persone tornino in montagna e provino ad avviare percorsi lavorativi sfruttando la cultura e la creatività. E una prima tessera forse è già caduta. Nella valle vicina ha da poco aperto una realtà simile, con cui l'Alpe Colle si contende il titolo di libreria più alta d'Italia.

Non è stato un salto immediato. Nei 10 anni in cui Tosi ha gestito le librerie in città e organizzato eventi in quota, si è creato uno zoccolo duro di pubblico che ha iniziato a frequentare l'Alpe Colle con assiduità. C'era chi tornava più volte nell'arco della stessa stagione e chi non si perdeva un anno, anche se abitava fuori provincia. "Ogni weekend le persone nuove si mischiavano a quelle che tornavano ed era il segnale che ero sulla strada giusta".

Alla fine si è creata una comunità trasversale, che comprende 18enni e giovani coppie, ma anche famiglie o persone anziane. Si ferma chi va a fare trekking o un giro in mountain bike o chi, semplicemente, vuole trascorrere una giornata in compagnia. Un libro letto in giardino, una chiacchierata, una birra artigianale, un tagliere di prodotti del territorio. "È bellissimo, è la convivialità di montagna. C'è uno scambio continuo con chi viene all'Alpe Colle. Mi contattano sui social, mi chiedono consigli per un'escursione. Stiamo provando a creare qualcosa di diverso, a educare alla bellezza. Oggi la montagna è anche un fatto culturale: devi conoscere la storia, apprezzarne il ruolo, o sarà sempre un luogo anonimo. Se conosco un posto imparo a custodirlo, se invece sono di passaggio lo userò solo per il mio svago".

"Le inondazioni sono causate anche dalla mancata manutenzione dei fiumi: tutto il territorio è collegato, non si può ignorare la montagna"

"Non voglio essere un eremita – prosegue Tosi, – ma tenere un dialogo tra montagna e città. È molto importante riempire il territorio di figure professionali e qualificate, creare una rete di risorse umane. E costruire un sistema che possa reggere questo ritorno".

Servono lavoro, servizi e una politica che si interessi. Una questione non banale per aree disabitate che non portano voti. "Perché rimettere in sesto un bivacco o tenere puliti i sentieri, se poi non ho riscontri elettorali? – chiede retoricamente Tosi, che subito si risponde: – Perché quando si verificano le inondazioni o le frane è colpa anche della mancata manutenzione di boschi e fiumi in montagna. Tutto è collegato, non possiamo semplicemente ignorare una parte di territorio perché non ci garantisce guadagno immediato".

Credits photo: immagine di copertina dalla pagina Instagram @libreria_alpe_colle