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Dall’Himalaya al Kirghizistan: come funzionano i ghiacciai artificiali contro la scarsità d’acqua

I ghiacciai artificiali sono una delle ultime frontiere delle strategie di adattamento climatico. Ma come funzionano? Una deviazione permette all’acqua di accumularsi a quote più predisposte alla formazione di ghiaccio.
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Francesco Castagna 30 Aprile 2024

Da una parte si combatte contro gli effetti del riscaldamento globale, dall'altra ci si fa la guerra tra popolazioni o comunità. I cambiamenti climatici stanno trasformando intere aree geografiche del mondo e, in alcuni casi, hanno ridotto ampiamente la portata idrica ghiacciai, masse che nei casi più sfortunati sono stati destinate all'estinzione. È ciò che sta accadendo in paesi come il Kirghizistan, Etiopia, Kenya, Somalia e Bangladesh. Questa situazione si crea principalmente per due motivi: da una parte perché stiamo accelerando il processo di aumento della temperatura globale, dall'altra perché estraiamo troppa acqua per utilizzarla a scopi commerciali, così i governi preferiscono venderla che lasciarla alla popolazione locale.

Ciò che si viene a creare è quello che i tecnici chiamano Water Gap, ovvero la testimonianza del fatto che l'acqua, se gestita in maniera irresponsabile, può creare realmente scenari incredibili, in cui si osservano luoghi con piscine piene d'acqua dolce, mentre per strada c'è chi non ne ha accesso nemmeno per i bisogni primari. Se non si interviene prontamente, a lungo andare questi scenari potrebbero evolversi in tensioni, e quest'ultime a loro volta in conflitti. Per evitare situazioni simili, in Kirghizistan ormai da tempo si imita un esperimento testato sulla catena dell'Himalaya, nell'Asia del sud. Il caso è stato osservato e studiato da numerose Università, tra cui Toronto, Fribourg, Cambridge e quella delle Nazioni Unite, essendo un progetto realizzato in collaborazione con la FAO.

Di Bmg12060 - Opera propria, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1517397
Di Bmg12060 – Opera propria

Il Kirghizistan ha il 94% del suo territorio composto da catene montuose, basa la sua economia sull'agricoltura, che spesso si trova in aree remote rurali. Eppure anche un ambiente così lontano dai centri urbani risente in maniera evidente degli effetti del riscaldamento globale, come testimonia un rapporto FAO-UNEP presentato nel 2023 all'ultima Cop28 di Dubai. L'analisi "Restoring mountain ecosystems" dimostra come gli ecosistemi montani siano fortemente influenzati dai cambiamenti climatici. Il risultato è lo scioglimento del permafrost, con relativa perdita di massa delle calotte glaciali.

Cosa sono i ghiacciai artificiali

Per rispondere quindi alle sfide dei cambiamenti climatici, la FAO ha avviato il progetto "Prosperità condivisa attraverso la cooperazione nelle regioni di confine di Kirghizistan e Uzbekistan". Componente chiave del progetto: i ghiacciai artificiali. Il Kirghizistan ci è riuscito e ha creato nelle provincie dell'Uzgen, Kochkor e Aksy i primi esempi. A spiegarne il processo è Matraim Jusupov, esperto FAO in agricoltura e gestione delle risorse idriche: "l'acqua delle sorgenti di montagna viene deviata a quote più basse, dove la differenza di energia facilita la formazione di ghiaccio. Queste torri di ghiaccio, che si sciolgono gradualmente nei mesi estivi, forniscono una fonte d'acqua affidabile per l'irrigazione e l'uso domestico, a beneficio di numerose famiglie e consentendo il pascolo del bestiame".

Come funzionano

Attualmente lo sforzo della FAO è stato positivo, poiché l'organizzazione è riuscita a replicare l'esempio, realizzando più di 20 ghiacciai artificiali. In media, un singolo esperimento del genere è in grado di fornire irrigazione da 300 fino a 500 ettari. Ciò accade anche grazie agli sforzi della popolazione locale, come nel villaggio di Kashka-Suu, dove 55 persone hanno collaborato per dar vita al ghiacciaio artificiale.