Dall’Indonesia fino alle Seychelles: il viaggio oceanico della plastica fa sempre più paura

Le Seychelles non sono più un paradiso incontaminato: un nuovo studio ha tracciato le rotte dei rifiuti plastici svelando come navighino gli oceani riversandosi sulle spiagge più affascinanti del pianeta.
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Sara Polotti 21 Aprile 2023

Le Seychelles, isole remote dell'Oceano Indiano, sono state a lungo considerate paradisi incontaminati, ma purtroppo non sono al riparo dalla devastazione dell'inquinamento da plastica. Gli enormi accumuli di rifiuti plastici rappresentano anche per loro una minaccia ambientale significativa, sia per gli ecosistemi marini che per le comunità che dipendono dall'oceano per cibo, turismo e altre attività economiche.

Non solo: la diffusione di specie e malattie invasive attraverso i detriti di plastica che si spostano da fonti lontane aumenta il rischio per gli ambienti marini e gli ecosistemi costieri.

Gli studi lo confermano e parlano chiaro: bisogna cambiare rotta. Anche perché i rifiuti arrivano da molto lontano: l'inquinamento è un circolo vizioso pericolosissimo che ha conseguenze su tutti gli ecosistemi.

Seychelles e plastica: il problema arriva da lontano

Il nuovo studio

Il problema dell'inquinamento da plastica che affligge le Seychelles è stato approfondito recentemente attraverso uno studio condotto dall'Aldabra Clean-Up Project, un'operazione di pulizia organizzata dall'Università di Oxford e dalla Seychelles Islands Foundation.

Questo studio ha utilizzato un modello ad alta risoluzione per quantificare e qualificare le fonti di detriti plastici che si accumulano sulle spiagge delle Seychelles e di altri stati insulari nell'Oceano Indiano occidentale, simulando i movimenti della plastica attraverso gli oceani del mondo e ricostruendo così le rotte, utilizzando dati e input riguardanti correnti oceaniche, onde, venti…

I risultati

Dai risultati dello studio è emerso che la maggior parte dei rifiuti di plastica che si accumulano sulle spiagge delle Seychelles proviene da fonti lontane, e non dalle isole stesse, confermando così la gravità della situazione mondiale (dato che i detriti si spostano continuamente attraverso le correnti). Per quanto riguarda queste spiagge, la plastica arriva principalmente dall'Indonesia, dall'India e dallo Sri Lanka. Gli oggetti più diffusi? Tappi provenienti da bottiglie, sandali e scarpe, bottiglie e piccoli oggetti quotidiani e casalinghi.

Per arrivare alle Seychelles (partendo dall'Indonesia) questi detriti plastici impiegano un minimo di sei mesi, restando in mare a volte anche per più di due anni interi.

Le rotte marittime aggravano il problema

Il problema dell'inquinamento da plastica nelle Seychelles è aggravato dall'enorme quantità di detriti di plastica di origine marina, ovvero dei rifiuti provenienti dalla pesca e dalle rotte marittime delle navi, che durante i loro spostamenti perdono (volontariamente o involontariamente) oggetti, strumenti e attrezzi, come per esempio le canne da pesca, le reti e i materiali di scarto. La ricostruzione, in questo caso, fa pensare a navi provenienti da Malesia, Thailandia e Cina.

La situazione risente tuttavia anche delle correnti e degli eventi atmosferici: uragani, tempeste e flussi stagionali possono far sì che l'accumulo di detriti plastici si amplifichi ancora di più, rendendo le spiagge grandi discariche a cielo aperto.