Dipendenza da cocaina e crack: e se arrivasse un vaccino per contrastarla?

Un gruppo di ricercatori brasiliani dell’Università federale di Minas Gerais ha ottenuto risultati estremamente promettenti da uno studio finalizzato allo sviluppo di un farmaco particolare: un vaccino contro la tossicodipendenza.
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Kevin Ben Alì Zinati 26 Maggio 2023
* ultima modifica il 26/05/2023

Quasi il 2% della popolazione mondiale è dipendente da una o più droghe: oltre 125mila persone solo in Italia, secondo le stime relative al 2020.

Una piccola-grande rivoluzione contro questa piaga tuttavia potrebbe arrivare dal Brasile, e più precisamente dall'Università federale di Minas Gerais.

Qui un gruppo di ricercatori, infatti, ha ottenuto risultati estremamente promettenti da uno studio finalizzato allo sviluppo di un vaccino contro la tossicodipendenza.

Il farmaco avrebbe già brillantemente superato la prima fase di sperimentazione, quella dedicata ai test sugli animali che, come sai, è necessaria prima di passare a verificarne efficacia e soprattutto sicurezza sugli esseri umani.

Come hanno raccontato gli stessi scienziati brasiliani, il vaccino è stato sviluppato partendo da molecole modificate della stessa droga, in questo caso cocaina e crack.

Nei modelli animali, la sostanza sarebbe stata in grado di indurre il sistema immunitario a produrre una serie specifica di anticorpi capaci di legarsi gradualmente alla sostanza stupefacente già presente all’interno del flusso sanguigno degli animali.

Ciò farebbe aumentare le dimensioni delle molecole della sostanza illegale, rendendo loro di fatto impossibile attraversare la barriera emato-encefalica del cervello.

In questo modo, verrebbe ritardata la reazione del sistema di ricompensa, quella cioè che alla lunga porta allo sviluppo della dipendenza. Il paziente potrebbe così avere a disposizione molto più tempo tra il momento dell’astinenza successivo allo stop al consumo e la ripresa della sua vita e, come puoi intuire, garantirebbe a medici e specialisti di controllare in modo più efficace le eventuali ricadute, risparmiando il sistema della ricompensa e quindi tutelando maggiormente l’individuo dal richiamo della sostanza.

Il meccanismo sembra aver funzionato negli animali, per questi i ricercatori sono speranzosi di poter rivedere gli stessi successi anche sull’uomo.

Fonte | Ansa

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