Disboscamenti selvaggi: ogni minuto perdiamo foreste tropicali primarie grandi come 10 campi da calcio

Nel 2021, secondo il Global forest watch, sono andati distrutti 11,1 milioni di ettari di foreste tropicali, di cui 3,75 primarie: un danno ambientale gravissimo. Le cause? Principalmente antropiche, come la necessità di fare spazio per l’agricoltura, per l’urbanizzazione, per l’estrazione di materie prime. Ci sono poi anche cause naturali, come gli incendi.
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Gianluca Cedolin 9 Maggio 2022

Le foreste tropicali sono luoghi molto importanti del nostro pianeta per molte ragioni. Dalla tutela della biodiversità fino all'assorbimento dei gas serra, sono un equilibratore ambientale e climatico di cui la Terra non può fare a meno, ed è per questo che i dati usciti nell'ultimo Global forest watch del World resources institute non sono per niente incoraggianti.

Secondo il report, nel 2021 abbiamo perso un'area tropicale ricoperta da alberi (alti almeno 5 metri) grande 11,1 milioni di ettari (111mila chilometri quadrati, circa un terzo dell'Italia). In particolare, ben 3,75 milioni di ettari erano della cosiddetta foresta tropicale primaria.

La Fao definisce le foreste primarie come luoghi caratterizzati dalla presenza di specie arboree native, in assenza di indicazioni chiaramente visibili di attività umane. Sono le foreste più importanti, e i dati del Global forest watch ci dicono che nel 2021 le abbiamo perse allo spaventoso ritmo di 10 campi da calcio al minuto.

Le ragioni della distruzione di queste foreste sono principalmente antropiche, e vanno ricercate nella necessità di fare spazio per l'agricoltura, per l'urbanizzazione, per l'estrazione di materie prime. Ci sono poi anche cause naturali, come gli incendi.

Secondo il report, la distruzione delle foreste non solo ha diminuito la capacità di assorbimento di gas serra del nostro pianeta, ma ha liberato essa stessa in atmosfera circa 2,5 gigatonnellate di CO2: lo stesso di quanto emette con i combustibili fossili in un anno un paese molto inquinante come l'India.

Osservando la classifica dei paesi in cui si sono perse più aree boschive tropicali, spicca al primo posto il Brasile, con 1,5 milioni di ettari di foresta primaria tropicale andata distrutta, cioè il 40% del totale.

Le condizioni della Foresta amazzonica, la più grande foresta pluviale del mondo, stanno peggiorando negli ultimi anni, e serve urgentemente cambiare rotta per non rischiare di rovinare per sempre un luogo così importante. Segue al secondo posto la Repubblica democratica del Congo, con quasi 500mila ettari distrutti, e al terzo la Bolivia, con 219mila ettari di foresta tropicale primaria persi nel 2021.

Per la Bolivia si tratta di un record negativo, e in questo modo il paese sudamericano ha superato sul podio l'Indonesia, che ha perso sì 202mila ettari di foresta, ma per il quinto anno consecutivo ha fatto calare il tasso di deforestazione.

Nel 2021 è sceso del 25% rispetto al 2020, un dato notevole, in controtendenza con la maggior parte dei paesi e importante per dimostrare come ci sia modo di invertire la rotta. L'Indonesia ci è riuscita con provvedimenti come la sospensione temporanea delle licenze per delle nuove piantagioni di palma da olio e la sospensione definitiva della conversione delle foreste primarie.