
Aubree Jones, popolare mumfluencer americana, è diventata virale dopo aver annunciato il nome della sua settima figlia: Disney Mae. L’influencer è nota per raccontare sui social la quotidianità della sua famiglia numerosa, spesso con contenuti ironici e scenette divertenti che vedono protagonisti i suoi figli.
Ma questa volta, il classico “name reveal” si è trasformato in un caso mediatico. La scelta del nome ha scatenato una valanga di reazioni, tra sarcasmo, critiche e dibattiti sui limiti della creatività nella scelta dei nomi propri.
Per annunciare il nome della neonata, Aubree ha realizzato due video scenografici su Instagram e TikTok. Nel primo, i figli maggiori sfilano travestiti da personaggi Disney, da Cenerentola a Winnie the Pooh. Nel secondo, la piccola Disney Mae appare con orecchie da Topolino tra due pupazzi del brand, mentre in sottofondo parte il celebre jingle Disney.
Il nome Disney Mae compare a schermo con effetto cinematografico. Un contenuto pensato per emozionare, ma che ha generato l’effetto opposto.
“Disney non resterà bambina per sempre”: le reazioni social
Sotto i video non sono mancati i commenti critici e sarcastici.
“Vi ricordate che Disney un giorno sarà adulta?” scrive un’utente.
“Dovrebbe farti causa appena compie 18 anni” aggiunge un’altra.
Molti utenti hanno contestato la decisione di usare il nome di un marchio registrato per una persona reale, sollevando dubbi su privacy, identità e potenziali disagi futuri per la bambina.
Aubree Jones, insieme al marito Josh, ha spiegato di aver scelto il nome per il valore simbolico legato all'infanzia e alla fantasia.
“Disney rappresenta gioia e creatività. L’ho sentita vicina per tutta la gravidanza”, ha dichiarato l’influencer al magazine Today.
Perché in Italia non si potrebbe chiamare una bambina “Disney”
In Italia, a differenza degli Stati Uniti, la legge è molto più rigida nella scelta dei nomi per bambini. L’articolo 34 della Legge n.396/2000 vieta l’uso di:
Questa normativa ha l’obiettivo di proteggere i minori da potenziali pregiudizi morali. In Italia, ad esempio, è vietato chiamare un figlio “Adolf”, “Benito” o appunto “Disney”.
Il caso di Disney Mae Jones apre una riflessione più ampia sul confine tra libertà genitoriale e responsabilità. Negli Stati Uniti, dove le leggi sono meno restrittive, è già successo che celebrità abbiano scelto nomi insoliti per i figli, come:
X Æ A-12 (figlio di Elon Musk e Grimes)
Techno Mechanicus
Chicago West (figlia di Kim Kardashian e Kanye West)
In Italia, un controllo più rigoroso evita eccessi, ma il dibattito rimane aperto: fino a che punto è giusto spingersi nella scelta di nomi originali?
Conclusione
Il nome Disney Mae ha fatto il giro del web non tanto per la sua originalità, ma per le implicazioni culturali e legali che porta con sé. Tra chi applaude la creatività e chi teme per il futuro della bambina, il caso Jones ha riacceso i riflettori su un tema sempre più attuale: quello della naming identity nell’era dei social.