Dopo l’emergenza, il Pakistan riparte più green: lavoro ai disoccupati per piantare 50 milioni di alberi

In Pakistan, dal mese di aprile, si è rimesso in moto “10 Billion Tree Tsunami”, un progetto che entro il 2022 mira a piantare 10 miliardi di nuove piante nelle zone rurali fuori Islamabad. Oggi però il progetto ha ridato un impiego a oltre 60mila persone che per l’emergenza Coronavirus aveva perso il proprio lavoro. Per ora ne sono state messe a terra oltre 30 milioni, l’obiettivo è arrivare entro la fine dell’anno a 50 milioni di nuove piante.
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Kevin Ben Alì Zinati 8 Maggio 2020

Il Pakistan sembra aver trovato una via per provare a uscire dall’emergenza. Un metodo che in un colpo solo garantirebbe di raggiungere due obiettivi socialmente urgenti: lasciarsi indietro il lockdown e il Coronavirus lottando contro la disoccupazione e il cambiamento climatico assumendo persone che a causa della pandemia hanno perso il lavoro. Come? Rimettendo in pista il “10 Billion Tree Tsunami”, progetto partito nel 2018 e soffocato nell’ultimo periodo che prevede la piantumazione di 10 miliardi di alberi entro cinque anni per fronteggiare i cambiamenti climatici. L’obiettivo è fissato: raggiungere quota 50 milioni di alberi entro il 2020.

La ripresa dei lavori

A causa delle misure di isolamento e di distanziamento sociale per il Coronavirus, che in Pakistan ha infettato oltre 14mila persone, il progetto “10 Billion Tree Tsunami” era stato messo in stand-by ma all’inizio di aprile, il primo ministro pakistano Imran Khan ha dato il via per la ripresa dei lavori. Così i camion che trasportano gli alberi stati autorizzati a circolare mentre gli abitanti dei villaggi che sono stati assunti hanno avuto il permesso di lasciare le proprie case.

Con il lockdown anche molti pakistani hanno perso il lavoro ma con la riapertura del progetto sono stati garantiti oltre 63mila impieghi, con particolare attenzione all'assunzione delle donne. A tutti i lavoratori è stato chiesto di indossare le mascherine e di rispettare comunque due metri di distanza sociale durante il lavoro.

Ogni lavoratore viene ripagato con un salario di 500 rupie che equivalgono a 3 dollari americani: poco dirai, è circa la metà di quello che avrebbe potuto fare in una normale giornata di lavoro, ma sembra essere sufficiente quantomeno per far fronte a questo momento di immobilismo totale. In questo senso, inoltre, il progetto ha anche prolungato la stagione delle piantumazioni, che di solito termina a maggio, fino a fine giugno in modo da garantire una quota di lavoro per un periodo il più duraturo possibile.

Il progetto

Piantare 10 miliardi di alberi sul proprie territorio è un progetto che il Pakistan ha portato avanti fin dal 2018 e che trova spazio nel più ampio piano per gestire l’emergenza climatica e ambientale. Secondo il Global Climate Risk Index del 2020, infatti, tra il 1999 e il 2018 il Pakistan è al quinto posto tra i Paesi più colpiti dall’aumento delle temperature oltre ad aver subìto più di 150 eventi meteorologici estremi: sto parlando di alluvioni, inondazioni e ondate di calore.

Il progetto “10 Billion Tree Tsunami” vuole ricoprire le delle zone rurali fuori Islamabad con uno tsunami, questa volta positivo, composto di alberi e piante nuove e pronte a crescere e ripopolare la zona. Le foreste, infatti, aiutano a prevenire inondazioni, stabilizzano le precipitazioni e assorbono le emissioni di biossido di carbonio.

L’idea è di arrivare entro il 2022 a piantare 10 miliardi di nuovi alberi. A partire dal 2018 il numero di nuove piantumazioni è arrivato a 30 milioni ma da qui alla fine dell’anno il Pakistan mira a superare quota 50 milioni. Il progetto è la continuazione di un’altra iniziativa simile conclusasi nel 2014 che aveva portato alla piantumazione di circa 1,18 miliardi di nuove piante.