
Il campeggio libero, ovvero la possibilità di piazzare la tenda o sostare con un camper al di fuori di campeggi designati appositamente, varia da luogo a luogo, come forse già saprai. In molti paesi, come la Svezia, la Norvegia e la Finlandia, il diritto di accesso pubblico consente il campeggio libero in determinate aree, purché venga rispettato l'ambiente circostante e non si creino danni.
In Italia invece la situazione è un'altra ancora. Ecco perché è importante verificare le leggi e le regolamentazioni locali: in molte aree il campeggio libero può essere vietato o soggetto a restrizioni.
Iniziamo col dire che una regola comune non c'è. O meglio: non c'è una legge che vieti o consenta il campeggio libero su suolo pubblico, ma c'è una norma che istituisce che la gestione delle questioni relative al campeggio e al bivacco sia in mano alle Regioni, che a loro volta tendono ad affidarle alle Province e ai singoli Comuni.
Di conseguenza, l'Italia è punteggiata da norme diverse a seconda di dove ci si sposta. L'unica regola da seguire rimane dunque quella di controllare le regole relative al campeggio libero nel Comune in cui si intende fermarsi con la tenda o con il caravan. Se il campeggio libero è vietato (cosa molto diffusa) potresti incorrere in salate multe da parte della polizia locale. E se non vi sono regole specifiche, in alcuni casi è possibile chiedere un permesso speciale, che proteggerà da eventuali ripercussioni.
Diverso il discorso per i parchi nazionali o regionali, e in generale per i parchi di interesse culturale, naturale e archeologico, che hanno loro regolamenti specifici (di nuovo, da controllare bene prima di partire).
Per quanto riguarda i bivacchi montani e alpini, in questo caso bisogna sempre controllare prima, ma tendenzialmente ci si può accomodare per la notte. Non si può, tuttavia, trascorrervi più di una notte. Sono infatti considerati appoggi di passaggio.
Diverso ancora è il discorso con camper e caravan. Essendo veicoli, li si può parcheggiare, ma non è consentito sistemare verande, tavoli o altri mobili da campeggio ed è preferibile non trascorrere più di una notte nello stesso luogo.
Questo nel caso di parcheggi e piazzole che non specificano l'uso a campeggio, naturalmente. La situazione cambia quando le piazzole sono pensate specificatamente per questo utilizzo.
Stabilito che il campeggio libero in Italia è pressoché vietato se non in casi particolari e in alcune zone, è giusto soffermarsi un attimo sulle ragioni di questa tendenza, che non vuole semplicemente mettere i bastoni tra le ruote dei campeggiatori ma che serve a tutelare l'ambiente e la salute.
In che senso?
Le aree naturali sono spesso delicate e sensibili agli impatti umani. Il campeggio libero può comportare il deterioramento dell'ambiente circostante attraverso l'accumulo di rifiuti, il danneggiamento della vegetazione e l'inquinamento del suolo e dell'acqua. Regolamentare il campeggio permette alle autorità di gestire meglio l'accesso alle risorse naturali e di proteggere gli ecosistemi vulnerabili.
Il campeggio libero può inoltre aumentare il rischio di incendi boschivi, infortuni e situazioni di emergenza nelle aree remote. E, non ultimo, campeggiare senza regole può generare disturbo alla quiete pubblica e conflitti con i residenti locali o altri utenti delle aree naturali. Meglio quindi seguire sempre le regole, che esistono per un motivo.