Dove vanno a finire i vestiti usati lasciati nei cassonetti gialli? La risposta che conoscono in pochi

Gli abiti usati depositati nei cassonetti gialli seguono una filiera che comprende riuso, riciclo e, in alcuni casi, smaltimento. Non sempre però il loro percorso è trasparente: se da un lato molte realtà virtuose reinvestono i ricavi in progetti sociali, dall’altro non mancano casi di attività illecite, come traffici illegali e smaltimenti non conformi. Per garantire un impatto positivo, è consigliabile scegliere cassonetti gestiti da enti certificati o donare direttamente ad associazioni benefiche. Inoltre, pratiche come il riuso e la riduzione dei consumi contribuiscono a promuovere un’economia più sostenibile e responsabile.
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Redazione 23 Novembre 2024

Quando deponiamo i nostri vestiti usati nei cassonetti gialli, spesso pensiamo di compiere un gesto solidale e sostenibile. Il destino di questi abiti però è più complesso di quanto si possa immaginare e coinvolge diverse realtà, sia virtuose che problematiche.

La filiera degli abiti usati

Gli abiti depositati nei cassonetti seguono una filiera articolata. Prima vengono raccolti e stoccati da cooperative o operatori specializzati, poi vengono smistati per essere destinati a diversi scopi. Le opzioni principali includono:

  1. Riuso: i vestiti in buone condizioni vengono igienizzati, classificati e venduti nei mercati locali o internazionali, spesso in negozi di seconda mano o come stock per paesi in via di sviluppo.
  2. Riciclo: i tessuti non più utilizzabili vengono trasformati in materiali per l'industria, come imbottiture o isolanti.
  3. Smaltimento: i materiali non idonei vengono eliminati tramite processi di rifiuto controllato.

In Italia, ogni anno vengono raccolte circa 110.000 tonnellate di abiti, alimentando un settore dal valore di 200 milioni di euro. Tuttavia, non tutti gli operatori rispettano i principi di trasparenza e legalità. Alcuni vestiti, invece di essere riutilizzati per fini sociali, finiscono in circuiti illeciti o alimentano traffici di rifiuti e riciclaggio di denaro sporco​.

Problemi e sfide del sistema

Uno dei principali problemi riguarda l’opacità della filiera. Non sempre gli operatori coinvolti garantiscono che gli abiti siano destinati a scopi benefici. In alcuni casi, mancano certificazioni antimafia nei bandi per la gestione dei cassonetti, e il materiale può finire in attività illegali, come dimostrano inchieste legate alla Terra dei Fuochi e Mafia Capitale​.

Inoltre, il commercio di abiti usati verso i paesi in via di sviluppo solleva dibattiti sull'impatto economico locale. Questi mercati, pur offrendo capi a basso costo, possono ostacolare lo sviluppo dell'industria tessile locale, creando una dipendenza economica​.

La nota positiva

Nonostante le problematiche, esistono realtà virtuose che operano in modo trasparente. Alcune organizzazioni reinvestono i ricavi nella beneficenza, sostenendo progetti sociali e garantendo la tracciabilità dei capi raccolti. Affidarsi a cooperative o enti noti per la loro trasparenza è un modo per contribuire a un sistema più equo e sostenibile​.

Come fare la differenza

Per assicurarti che i tuoi abiti abbiano un impatto positivo:

  1. Verifica gli operatori: scegli cassonetti gestiti da enti certificati.
  2. Dona direttamente: molte associazioni accettano abiti in buone condizioni per distribuirli a chi ne ha bisogno.
  3. Riduci e riusa: considera di vendere o scambiare i tuoi abiti usati per promuovere un’economia circolare.

Con un gesto consapevole, è possibile sostenere iniziative etiche e contribuire alla riduzione degli sprechi nel settore tessile.