Due anni di scioperi per il clima e nessun passo in avanti: il j’accuse di Greta Thunberg, che oggi incontra la Merkel

Per l’attivista svedese il bilancio di due anni di proteste per sollecitare i governi mondiali a fare di più per contrastare il cambiamento climatico non può che essere negativo: “Tante belle parole dai leader, ma quando si tratta di agire siamo ancora in uno stato di negazione”. Oggi, insieme ad altre tre attiviste, discuterà con la cancelliera tedesca Angela Merkel della necessità di adottare politiche ambientali più ambiziose.
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Federico Turrisi 20 Agosto 2020

Anche se non è venerdì, oggi per Greta Thunberg è una giornata molto particolare: il 20 agosto 2018 per la prima volta l'attivista svedese, allora quindicenne, decise di saltare la scuola e, munendosi di un cartello bianco con una scritta nera ("Skolstrejk för klimatet", ossia "sciopero scolastico per il clima" in svedese), si posizionò davanti al palazzo del Parlamento svedese a Stoccolma per protestare contro l'inazione del suo Paese sui temi ambientali e sull'emergenza climatica.

Da quel momento il suo atto ha ispirato milioni di giovani in tutto il mondo e il movimento Fridays for Future è diventata una voce potente che continua a richiamare l'attenzione dei media e della classe politica sull'urgenza di intervenire per fermare il cambiamento climatico. Eppure, per Greta Thunberg i risultati finora ottenuti sono insoddisfacenti: "In questi ultimi due anni il mondo ha emesso anche oltre 80 miliardi di tonnellate di CO2. Abbiamo assistito a continui disastri naturali in tutto il mondo. Molte vite e mezzi di sussistenza sono andati persi, e questo è solo l'inizio", denuncia Greta Thunberg sul quotidiano britannico The Guardian.

L'unica via da seguire per la società è trattare la crisi climatica come una vera e propria crisi, sostiene la giovane attivista. Cosa che però non è stata fatta dai governi mondiali. "I leader parlano di crisi esistenziale, ma quando si tratta di agire siamo ancora in uno stato di negazione. Abbiamo perso a tutti gli effetti due anni cruciali a causa dell'inerzia della politica", prosegue la Thunberg.

Oggi Greta, insieme all'esponente di punta del movimento tedesco di Fridays for Future Luisa Neubauer e ad altre due attiviste belghe, parlerà di questo con Angela Merkel, che detiene la presidenza di turno del Consiglio europeo. Alla Germania e all'Unione Europea si chiedono misure immediate e incisive, in accordo con gli obiettivi climatici stabiliti dall'Accordo di Parigi del 2015. Tra le richieste dei giovani ci sono la fine di tutti gli investimenti e le sovvenzioni ai combustibili fossili, l'istituzione di bilanci annuali vincolanti per il carbonio e l'introduzione dell’ecocidio come crimine internazionale.

Tra i leader mondiali, la cancelliera tedesca è senz'altro quella che si è dimostrata più attenta ad ascoltare le istanze portate avanti dal movimento Fridays for Future. Non possiamo dimenticare però che, per quanto stia investendo in maniera massiccia sulle rinnovabili e sulla transizione ecologica, la Germania è ancora molto legata al carbone, tanto che ha posticipato la sua uscita definitiva da questa fonte fossile soltanto per il 2038 (in Italia invece l'obiettivo è fissato al 2025).