Settemilacinquecento ghepardi, anche meno. Poi, basta. O forse no perché in uno zoo dell’Ohio, negli Stati Uniti, pochi giorni la scienza ha trovato il modo per salvare i ghepardi da un’estinzione ormai sempre più vicina. I ricercatori son riusciti a far nascere i primi due cuccioli grazie alla fecondazione in vitro e al trasferimento degli embrioni in una madre surrogata. Non uso giri di parole, il risultato è straordinario.
Negli ultimi 50 anni il numero dei ghepardi è sceso drasticamente fino a neanche 8 mila esemplari e fino ad oggi tutte le prove degli scienziati per portare a successo una fecondazione in vitro di ghepardi erano falliti. Quindi, un po’ come sta cercando di fare il progetto tutto italiano di cui ti avevamo parlato per evitare la scomparsa del rinoceronte bianco del Nordla scomparsa del rinoceronte bianco del Nord, oggi c’è una speranza concreta in più per rimandare a data da destinarsi l’estinzione dei ghepardi.
Per riprodurre la prima coppia di ghepardi con la fecondazione in vitro gli scienziati hanno scelto il seme per i cuccioli da un ghepardo maschio del Fossil Rim Wildlife Center in Texas. Poi hanno pensato alle “mamme”. Hanno individuato Kibby, la madre biologica di 6 anni e mezzo, poi hanno pensato a Izzy, di soli 3 anni e mezzo.
Era stata allevata a mano, come si fa per i cuccioli, e quindi era completamente a proprio agio con le figure umane che l’avrebbero assistita per tutto il tempo e perciò sarebbe stata in grado di portare a termine la maternità surrogata senza far correre nessun rischio ai cuccioli.
A quel punto le raccolte da Kibibi a novembre sono state sottoposte a fecondazione in vitro in un laboratorio e poi trasferite su Izzy. L’attesa e la tensione erano alte perché era solo la terza volta che gli scienziati tentavano la procedura in tutto il mondo. E dopo circa un mese, la bella notizia: i veterinari hanno scoperto i due feti con un’ecografia.
Secondo i responsabili dello zoo i due cuccioli tra poco potranno unirsi agli altri 17 ghepardi allo zoo e si mostreranno al pubblico già questa primavera. Nel frattempo resta un'ultima cosa importantissima da fare: scegliere i nomi.

Tra le cause che concorrono all’estinzione del ghepardo c’è sicuramente il bracconaggio da parte di cacciatori e allevatori. Ma spesso, e purtroppo, si uniscono il commercio illegale dei ghepardi e anche un’altra pratica che secondo il Cheetah Conservation Fund negli anni sta contribuendo a ridurre sensibilmente la loro specie: la moda degli ultra-ricchi della penisola arabica di acquistare i ghepardi, tenerli in gabbia e sfoggiarli come status symbol di sfarzo e ricchezza.
Anche l’espansione degli insediamenti umani e delle terre coltivate tra le ragioni per cui stanno scomparendo i ghepardi. Nuove case e campi equivalgono a una riduzione drastica della fauna locale e quindi anche del numero di prede per i ghepardi che sono così costrette a cacciare gli animali allevati dall’uomo: e puoi immaginare quale sia la conseguenza.
Secondo il WWF, tra i fattori di rischio ce n’è anche uno genetico. Ovvero l’incrocio tra consanguinei, che provocherebbe un indebolimento genetico della specie.
Fonti | WWF; Cheetah Conservation Fund