È giustamente illegale raccoglierlo: ecco perché dobbiamo proteggere il dattero di mare

Raccogliere il dattero di mare è illegale (e ingiusto): le ragioni dietro a questa regola sono valide e legittime, di buon senso. Allora perché ancora molta gente si ostina a farlo?
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Sara Polotti 25 Luglio 2022

L'ultimo video virale è di qualche giorno fa: a Castellammare di Stabia, in una spiaggia frequentatissima e di fronte a numerosi avventori, un uomo – in tutta tranquillità – ha estratto la sua mazzola e si è messo a ridurre in frantumi un piccolo scoglio a riva.

Perché? Perché all'interno dei fori e dei buchi ci trovavano i datteri di mare. Che, giustamente, è illegale raccogliere. Eppure molte persone continuano a farlo.

Sembra banale ripeterlo, ma le ragioni dietro alla regola per cui i datteri di mare vadano lasciati al loro posto sono valide e di buon senso.

Ma, visti gli episodi, è giusto ribadire i motivi.

Cos'è il dattero di mare

Hai presente quegli scogli tutti pieni di buchi e insenature? All'interno di questi buchi si nasconde il dattero di mare, un mollusco bivalvo commestibile, simile alle cozze, ma un po' più allungato e dalle guscio più brunito. Per la forma e per il colore ricorda, appunto, un dattero, e da questo frutto prende il nome.

I fori che troviamo sulle rocce sono praticati proprio da questo mollusco: è infatti capace di perforare la pietra calcarea per vivere al suo interno. Lo fa grazie a delle secrezioni acide e nutrendosi del materiale organico che trova sulla sua strada.

Perché la raccolta è illegale

Raccogliere o pescare il dattero di mare è illegale, punto. La ragione? Per ottenerne qualche etto, è necessario distruggere gli scogli che lo accolgono. Ecco perché in Italia dal 1998 e in tutta l'Unione Europea dal 2006 la loro pesca, il commercio, il consumo e la detenzione sono vietati per legge.

Di fatto, per raccoglierli è necessario distruggere la natura incontaminata, con un gesto estremamente sprezzante nei confronti del pianeta e dell'ecosistema, oltre che degli stessi esseri viventi che lo abitano.

Basti pensare a ciò che accadrebbe se tutti raccogliessero datteri di mare: essendo una pesca estremamente invasiva nei confronti di un ecosistema inorganico come quello delle rocce, in pochissimo tempo tutti gli scogli e i litorali rocciosi ne uscirebbero distrutti.

L'ultimo episodio

L'ultimo episodio di maltrattamento della natura e dei datteri di mare è accaduto pochi giorni fa, a luglio 2022, quando una persona ha preso a martellate – in pieno giorno e davanti a numerosi spettatori – uno scoglio, per ricavare qualche dattero di mare. Il fatto è avvenuto a Castellammare di Stabia ed è il perfetto esempio di ciò che non si deve fare. A pubblicarlo sui suoi social il consigliere della Regione Campania Francesco Emilio Borrelli (Europa Verde) dopo che alcuni cittadini hanno denunciato l'accaduto.

A tal proposito, la Capitaneria di Porto, in seguito alle segnalazioni, ha aperto un'inchiesta per individuare l'autore del gesto.