È l’Ora della Terra: questa sera spegni anche tu le luci per un’ora come segno di rispetto per il Pianeta

Oggi 27 marzo 2021 è la giornata dell’Earth Hour, l’iniziativa promossa dal WWF per consentire a tutti, istituzioni e cittadini, di esercitare un atto di rispetto e attenzione per il Pianeta, per rendersi conto che un piccolo sacrificio può portare a un grande cambiamento.
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Sara Del Dot 27 Marzo 2021

Questa sera non sarà una sera come tutte le altre. In un orario in cui solitamente (e quest’anno in particolare) saremmo tutti a casa con luci, televisioni ed elettrodomestici accesi, il Pianeta ci chiede di fare di fare un piccolo sforzo simbolico per non dimenticarci di lui. Come ogni anno, infatti, è giunto il momento dell’Earth Hour, l’Ora della Terra, l’iniziativa promossa dal WWF e diffusa in oltre 190 Paesi del mondo per praticare un gesto simbolico di amore e rispetto per il Pianeta e la natura.

Come funziona? Dalle 20.30 alle 21.30 potrai spegnere tutte le luci della casa e risparmiare alla Terra questo consumo di energia. Certo, è un’azione simbolica. Ma se la farai vorrà dire che hai capito davvero il valore di ciò che il Pianeta ci offre ogni giorno. E in qualche modo gli stai dicendo “grazie, io ti proteggerò”.

E non soltanto tu, singolo cittadino, potrai partecipare a questa celebrazione della tutela del Pianeta. Perché in tutto il mondo le amministrazioni locali sono state invitate a spegnere le luci che illuminano un monumento significativo della città. Una fontana, un palazzo di giustizia, un arco, un municipio. Ma anche insegne dei negozi, illuminazioni delle aziende e chiunque possa schiacciare un pulsante “off”. Tutto questo accadrà in tanti luoghi del mondo dove il silenzioso inno collettivo per la protezione del Pianeta si alzerà nel buio verso un cielo in cui, per una volta finalmente, sarà possibile vedere le stelle.

Purtroppo, quest’anno come lo scorso, non sarà possibile organizzare eventi specifici in presenza come nelle edizioni precedenti, ma sui canali social dell’iniziativa saranno comunque trasmessi diversi contributi per far sentire le milioni di persone che parteciperanno ancora più vicine tra loro. Inoltre, l’organizzazione ha proposto la partecipazione alla Earth Hour Virtual Spotlight.

L’iniziativa dell’Earth Hour rappresenta quell’ora di silenzio e buio che accomunerà chiunque, in tutto il mondo, senta di dover fare qualcosa di più per salvaguardare il luogo in cui viviamo. Perché, come dice proprio il WWF sul sito dell’iniziativa, “Siamo la prima generazione che ha un’idea chiara dell’impatto dei cambiamenti climatici, ma siamo anche l’ultima che può agire per salvare il Pianeta.”

L’Earth Hour non è soltanto un’azione, ma anche un’occasione per fermarsi a riflettere su cosa stiamo effettivamente facendo nel concreto per cambiare le cose, per migliorare la situazione climatica e ambientale in cui ci troviamo.

“Si tratta di un’iniziativa che coinvolge tutti i Paesi del mondo, dalla Mongolia alla Nuova Zelanda, e devo dire che in questi anni ho sempre visto emergere una grande creatività per trasmettere il nostro messaggio”, racconta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia. Spegnere le luci può sembrare un gesto che trasmette tristezza, invece è percepito come una riscoperta delle cose belle della vita, che possono essere lo stare insieme, fare musica, ballare, chiacchierare, vedere le stelle se non ci si trova in città… Anche senza luci tutte le cose belle della vita rimangono.”

Un momento di sensibilità verso il Pianeta che ricorda, a noi ma anche a chi detiene il potere di cambiare le carte in tavola in modo strutturale, che la lotta per il clima è sempre accesa.

“È un momento importantissimo, perché nonostante la crescente consapevolezza sul clima purtroppo le cose non sono ancora cambiate a livello di grandi decisioni politiche. E spesso il motore di grandi cambiamenti sono proprio i cittadini. Qualsiasi gesto quotidiano essi compiano, quello di spegnere la luce naturalmente è simbolico, può portare con sé grandi conseguenze e se unito a tanti altri gesti può rappresentare un grande forza. Dobbiamo modificare delle scelte economiche, riuscire a cambiare la strada dei combustibili fossili, generare una nuova economia basata sulle rinnovabili, nuove risorse e nuova energia, e tutto questo ha bisogno della partecipazione dei cittadini. Spesso la politica ha paura di prendere delle decisioni e assumersi le responsabilità delle conseguenze che potrebbero derivare da determinate scelte.”

Scelte, ormai è chiaro, necessarie per avviare quella transizione che tutti in questi anni stanno promettendo.

“Le transizioni non sono mai semplici, tutt’altro, sono molto complesse. Dobbiamo smetterla di pensare di dover agire su un settore rispetto a un altro, come se fossero due realtà separate. Qua stiamo parlando di cambiamenti epocali che devono essere promossi in modo collettivo e onnicomprensivo. Noi dobbiamo augurarci che la politica riesca ad attutirne l’impatto per aprire nuove opportunità ai settori del futuro. Tre aree molto importanti su cui bisogna concentrarsi sono sicuramente l’energia, che è il motore di tutto, dall’elettricità al modo in cui ci riscaldiamo e ci alimentiamo; poi i trasporti, che è il settore su cui si interviene di meno senza riuscire quindi a scalfire lo strapotere dei combustibili fossili; infine l’agricoltura, un settore che è allo stesso tempo vittima e carnefice. È fonte di emissioni, consuma un sacco di energia, danneggia clima ed ecosistemi con il massiccio uso di pesticidi e concimi, utilizza tantissima acqua. Senza contare che, nell’ambito di una transizione, bisognerebbe anche affrontare il problema della remunerazione degli agricoltori, che viene fuori soltanto quando vengono colpiti da eventi climatici o ambientali estremi.”