È morta Kiska, l’orca “più sola al mondo”, costretta a vivere in cattività da oltre 40 anni

Le sofferenze sono finite per l’orca “più triste e solitaria del mondo”, strappata all’oceano quando aveva appena tre anni. “Nessun animale dovrebbe soffrire come lei. Riposa in pace, Kiska”, scrive World Animal Protection U.S.
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Roberto Russo 14 Marzo 2023

La notizia è ufficiale: dopo una vita di prigionia e isolamento, Kiska, l'orca più sola al mondo, è morta. Kiska era in cattività da decenni e viveva a MarineLand, un parco a tema a Niagara Falls, Ontario. Dei suoi 47 anni, la maggior parte li ha vissuti in cattività: ma ne aveva solo tre quando venne strappata per sempre dall'oceano. Dopo essere stata catturata nel 1979 nell'Oceano Atlantico, ha trascorso una vita in acquario, spedita prima in un parco acquatico islandese e poco dopo a MariLand, dove ha trascorso ben 44 anni.

Con lei era stata presa anche Keiko, divenuta famosa nel film Free Willyi due hanno trascorso un periodo insieme negli anni Ottanta proprio a MarineLand. Poi però Keiko fu venduta a un acquario in Messico nel 1985 per poi finire al SeaWorld negli Stati Uniti.

Per anni Kiska ha partecipato a spettacoli a MarineLand, ma non si esibiva più da ormai più di dieci anni. Per tutto questo tempo è rimasta in una grande vasca della Friendship Cove del parco, separata da un branco di beluga.

Il MarineLand ha detto in un comunicato che il team che si occupa dei mammiferi marini e gli esperti hanno fatto tutto il possibile per aiutare Kiska e piangeranno la sua perdita.

Una vita in cattività

Tuttavia, stando a quanto riferito da molte associazioni animaliste la verità è un'altra: secondo Animal Justice, organizzazione no-profit, “Kiska ha sopportato una vita di sofferenze da quando è stata rubata alla sua famiglia da neonata vicino all'Islanda nel 1979 e venduta all'industria degli acquari. Kiska ha dato alla luce cinque piccoli, tutti morti in giovane età”.

Su questa stessa linea si colloca la PETA che, con molte altre organizzazioni animaliste, si è a lungo battuta per il rilascio di Kiska. Purtroppo le loro azioni non hanno avuto successo come avvenuto in altri casi.

Ha trascorso i suoi ultimi anni galleggiando svogliatamente o sbattendo la testa contro le pareti della vasca”, ha scritto la PETA su Twitter, riferendosi ai video girati dall'animalista Phil Demers di Kiska nella sua vasca. "Meritava di rimanere nell'oceano con la sua famiglia”.

Le critiche al parco

Il parco è stato criticato fin dagli anni '70 e accusato di maltrattamento di animali, soprattutto dopo che i video di Kiska sono diventati virali mostrando la situazione in cui viveva. Non solo. Nel 2021, la provincia ha riscontrato problemi nel sistema idrico del parco a tema e ha ordinato la riparazione delle piscine che ospitano beluga, delfini, trichechi, leoni marini, tra i quali c'era anche Kiska, come risulta dai documenti del tribunale. Il parco ha inizialmente impugnato l'ordine, negando le conclusioni, ma in seguito ha rinunciato all'appello.

Per onorare la sua memoria e quella di tutte le orche morte in cattività, continueremo la nostra lotta per porre fine all'intrattenimento dei cetacei”, ha twittato anche World Animal Protection U.S. “Nessun animale dovrebbe soffrire come lei. Riposa in pace, Kiska”.