Ecco Circles, il progetto dell’Università di Bologna per produrre cibo grazie ai batteri

L’ateneo emiliano coordinerà un consorzio di 30 partecipanti fra istituti di ricerca e aziende leader nella produzione alimentare. Lo scopo sarà quello di sfruttare i microbi che vivono su piante e animali per l’agricoltura e l’allevamento. Si vuole realizzare una sorta di fertilizzante naturale.
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Giulia Dallagiovanna 4 Dicembre 2018

Entro il 2050 ci saranno più di 9 miliardi di persone sulla Terra. Due miliardi di bocche in più da sfamare rispetto a oggi. E potrebbe non essere così semplice riuscire a produrre in modo sostenibile alimenti di qualità per tutti. Per questo i ricercatori sono all'opera già da anni e una possibile soluzione sembra essere arrivata proprio dall'Italia. Nell'ambito del progetto europeo Horizon 2020, l'università di Bologna avrebbe capito come sfruttare le comunità di batteri in agricoltura e allevamento.

Ora, immagino che l'idea di mangiare del cibo che abbia avuto in qualche modo a che fare con dei microbi non fosse esattamente la tua immagine di dieta sana e gustosa. Ma aspetta a giudicare, perché in realtà per te potrebbe non cambiare nulla. Vediamo di capire meglio in cosa consiste questo nuovo metodo.

Innanzitutto, si chiama Circles (Controlling mIcRobiomes CircuLations for bEtter food Systems) e vede l'ateneo bolognese alla guida di un consorzio di 30 partecipanti provenienti da 14 Paesi europei: istituti di ricerca in biologia e genetica, certo, ma anche aziende leader nella produzione alimentare come Aia, Orogel, Eurovix, DSM Nutritional Products e Bolton Alimentari. Tanti nomi per un unico obiettivo: utilizzare i microbi di animali e piante per realizzare in modo sostenibile ortaggi, pesce e carne.

I ricercatori vogliono sfruttare la capacità dei batteri di riprodursi e adattarsi all'ambiente

I batteri sono fra gli esseri viventi più numerosi del Pianeta. Sono ovunque e appartengono a tantissime specie diverse. Perciò la domanda che si sono posti i ricercatori è: perché non impiegarli in modo proficuo? Quello che vogliono sfruttare è il loro potenziale metabolico. Non si parla di digestione, ma di quell'insieme di trasformazioni chimiche che avvengono all'interno delle cellule e permettono agli esseri viventi di crescere, riprodursi e reagire all'ambiente esterno.

In sostanza, quello che si vuole sfruttare è la capacità dei microorganismi di dare impulso alla vita. Siamo infatti abituati ad associarli a sporcizia e malattie, ma è stato dimostrato che la presenza di alcune specie è fondamentale proprio per garantire lo sviluppo e la salute di animali e piante.

Gli ideatori del progetto pensano quindi di sfruttare la loro azione probiotica per tutti i passaggi della filiera alimentare: suolo, acqua, mangimi, piante e animali, prodotto finale, rispetto dell'ambiente e consumatori. Una sorta di fertilizzante naturale a 360 gradi.

Tutti i cibi saranno certificati, grazie anche ad un innovativo metodo di etichettatura che garantirà la trasparenza sulla qualità del processo produttivo", ha chiarito il professor Marco Candela, coordinatore di Circles.

L'Unione europea crede in questa nuova tecnica per agricoltura e allevamento, tanto da aver già stanziato 10 milioni di euro per la sua realizzazione. I tempi ancora non si conoscono, ma Horizon 2020, il programma europeo di innovazione sostenibile nel quale è inserito Circles, porta nel nome la data di scadenza.