Ecco come cambierà la gestione dei rifiuti a Roma. Intervista a Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti

La raccolta dei rifiuti a Roma è un tema che infiamma gli animi dei cittadini della Capitale e la politica da tanti anni. Ma cosa sta facendo il Comune per intervenire sulla gestione dei rifiuti, sul decoro urbano e sull’economia circolare? Lo abbiamo chiesto a Sabrina Alfonsi, Assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti.
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Francesco Castagna 3 Aprile 2023

La crisi dei rifiuti a Roma è un fenomeno che dura da parecchi anni, complici alcune scelte sbagliate della politica, ma anche evasori fiscali e il grande flusso di persone che la Capitale ogni anno attrae. A Roma infatti, secondo i dati forniti da Federalberghi dell'Ente Bilaterale Turismo del Lazio (EBTL), nel 2022 sono stati 15 milioni i turisti che hanno visitato la città.

Ama in numeri

E i numeri torneranno a crescere, perché se attualmente stiamo parlando di cifre poco sotto la media dei livelli pre-pandemici, fra due anni la città ospiterà il Giubileo del 2025. Dal Campidoglio fanno sapere che l'AMA, l'Azienda Municipale Ambiente della Capitale, e il Comune di Roma hanno stretto un accordo con la città di Amsterdam per trasportare i rifiuti nella capitale olandese. Secondo l'accordo, il Comune di Roma pagherà 200 euro a tonnellata e i rifiuti verranno trasportati sui treni di Mercitalia Rail, società del gruppo Ferrovie dello Stato.

Intervista a Sabrina Alfonsi

Per capire come si sta muovendo la città di Roma sulla gestione dei Rifiuti e come affronterà le sfide dei prossimi anni, come il Giubileo ed Expo 2030, Ohga ha intervistato Sabrina Alfonsi, Assessore all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti.

Alfonsi la discussione su Roma ruota da tempo intorno ai biodigestori e al termovalorizzatore. Come possono essere d’aiuto alla raccolta differenziata? Secondo lei con una diversa gestione del ciclo dei rifiuti si migliora il decoro urbano della Capitale?

Partendo dal miglioramento del decoro della Capitale, a mio parere assolutamente sì, perché il decoro di una città come Roma è già migliorato. Quando siamo arrivati avevamo delle strade con più rifiuti a terra che dentro ai cassonetti. Di fatto, venivano lasciate 2mila tonnellate di rifiuti a terra. Non si sapeva dove conferirli, non avendo una destinazione finale.

Il miglioramento della raccolta contribuisce notevolmente a quello del decoro di una città. Con le persone adeguate è possibile ristabilire anche il giusto rapporto dei dipendenti che ha AMA, per permettere agli altri dipendenti di lavorare sullo spazzamento, la pulizia delle strade. Tutti servizi che prima erano stati pressoché aboliti proprio per far raccogliere rifiuti o fare dei porta a porta in zone dove non genera una qualità in termini di costi-benefici.

Oggi gli sbocchi sono garantiti, stiamo lavorando sugli impianti. Intanto, i due biodigestori rispettano fortemente i principi dell'economia circolare. Il tema principale della raccolta dei rifiuti riguarda l'umido. Valorizzare questi impianti direttamente dall'azienda AMA significa gestire la frazione più problematica, ma che nello stesso tempo può ridare una seconda vita alla materia attraverso il biogas e il compost per l'agricoltura. Possiamo quindi dire che tutto ciò migliora decisamente il decoro urbano, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei rifiuti.

Sul termovalorizzatore c'è da aprire una parentesi: noi oggi, di fatto, stiamo portando i rifiuti ad altri impianti privati dello stesso tipo in Regioni diverse, con un costo ambientale ed economico molto alto. Facendo il termovalorizzatore a chiusura del nostro ciclo dei rifiuti, la città ne beneficerebbe sotto tutti i punti di vista.

Le faccio una domanda provocatoria, secondo lei, anche con una riduzione dei rifiuti a monte c'è bisogno del termovalorizzatore a Roma?

La prima risposta è che il ciclo dei rifiuti in questo periodo storico avviene per due sistemi, o tramite termovalorizzazione o per conferimento in discarica.

La discarica, in tutta la piramide della gestione dei rifiuti sia nel programma nazionale che europeo, è all'ultimo tassello perché è l'impianto che inquina di più. Inoltre consuma suolo e Roma non ha più la possibilità di aprirne altre. Noi abbiamo voluto fare un piano a discarica zero. Con una scelta del genere attualmente l'unica alternativa è la termovalorizzazione, che chiude il ciclo dei rifiuti e non consuma suolo, producendo acqua calda ed energia.

Il nostro progetto riguarda un impianto di ultima generazione, che prevede il recupero delle ceneri per la pavimentazione stradale e per usi legati all'edilizia. In più c'è il tema della cattura della CO2:una frontiera sperimentale verso altri orizzonti possibili. Con questo impianto possiamo contribuire anche alla ricerca per altre sperimentazioni legate alla gestione dei rifiuti.

Assessore Alfonsi, da circa un mese sono attivi in alcune zone della Capitale i cosiddetti cassonetti intelligenti, 49 campane per la raccolta differenziata, emerge da alcune foto che i cittadini romani continuano ad abbandonare i rifiuti ai loro margini. Come lo interpretate? Cosa pensate di fare in merito?

I cassonetti sperimentati nel 2° municipio a Viale Libia e Viale Eritrea stanno funzionando molto bene, quelli su Via Appia anche. Abbiamo un problema a Via dei Gracchi, perciò è evidente che c'è un problema legato al comportamento di alcuni soggetti, tanto che adesso stiamo monitorando con gli accertatori AMA e la Polizia Locale il caso. Già nei giorni passati sono stati sanzionati alcuni cittadini.

Tutti i cambiamenti vanno guardati però nel complesso, tra un mese partirà il nuovo appalto per le utenze non domestiche del bando comunale, che porta la copertura di questo servizio dal 30% a una media del 50%.

Questi soggetti non potranno più portare l'immondizia in quei cassonetti. Se c'è un problema di spazi all'interno di un negozio la domanda da chiedersi è: come mai ha aperto un'attività che non ha le metrature richieste per offrire questo tipo di servizio?

Bisogna andare a colpire i comportamenti sbagliati e consolidati. È strumentale pensare che la colpa sia dei cassonetti, anche perché lungo la strada la situazione è notevolmente migliorata.

Questi cassonetti infatti, prima che essere intelligenti, sono bilaterali. Nel centro storico per alcune zone della città sono essenziali. Se pensiamo alla stessa Via Appia, abbiamo potuto toglierli da davanti ai negozi e posizionarli in isole dedicate ai cassonetti, perché essendo bilaterali la macchina che raccoglie i rifiuti può prenderli sia a destra che a sinistra. A Via dei Gracchi ciò ci ha permesso non solo di spostarli, ma in alcuni casi di aumentarli, perché avevamo degli spazi ma solo da un lato (a sinistra).

Insieme al miglioramento delle modalità, della tecnologia e dell'utilizzo del personale c'è bisogno di modificare i comportamenti dei cittadini.

Roma è una città dove le strade non sono tutte di competenza comunale, come pensate di accordarvi con gli altri enti sulla gestione dei rifiuti abbandonati in quelle strade? Cosa volete fare invece per le mini discariche che si formano alle porte di Roma?

Questa domanda mi dà la possibilità di dire due cose. La prima è che il contratto di servizi che abbiamo ereditato era "sui generis", perché molte delle strade non erano state inserite, come se non fossero all'interno della città.

Tutte le aree devono essere pulite da AMA. Nel ridisegnare il contratto di servizi infatti abbiamo fatto, attraverso una rilevazione, una mappatura di tutte le strade e di tutti i posizionamenti dei cassonetti. Questo ci ha permesso di certificare che il numero dei cassonetti che vengono svuotati nella città tutti i giorni corrisponde esattamente al servizio che pagano i cittadini. Grazie a questa operazione sappiamo con certezza che tutti i quartieri  e le strade sono coperti dal servizio.

In questo modo abbiamo perfezionato anche la parte relativa allo spazzamento e al lavaggio, dopodiché, per le aree a bordi strada che spesso diventano discariche, bisogna sicuramente intervenire.

Una parte di queste aree è di nostra competenza, nel primo anno del nostro mandato infatti abbiamo rimosso i rifiuti presenti in 130 discariche abusive sparse per la città. Alcune di queste zone le abbiamo messe sotto monitoraggio perché si riformavano, proprio per trovare chi va a sversare in quei luoghi. Altre sono al confine, come Via del Tecnopolo, dove ANAS come la parte di sua competenza fosse pulita, a differenza dell'area abusiva.

In realtà lì avviene una trasmigrazione di rifiuti: le persone provenienti dai paesi circostanti generalmente arrivano in città con i loro sacchetti e li lasciano a terra. In quel caso, oltre ad aver condotto diverse operazioni di pulizia, stiamo installando delle fototrappole per dei controlli, in modo da monitorare questo fenomeno.

Per finire, c'è costantemente un lavoro con gli altri enti proprio per non lasciare che nessun luogo rimanga trascurato dai servizi. Sono moltissimi i posti che nel tempo sono diventate discariche, un esempio è il caso del ritrovamento di un deposito a cielo aperto di automezzi pesanti.

Lei ha affermato lo scorso anno di voler procedere realizzando"30 centri di raccolta e riuso dei rifiuti”. Come procedono i lavori? E per Ostia?

I lavori sui centri di raccolta stanno procedendo, anche se hanno avuto un piccolo rallentamento dovuto al fatto che non sono stati finanziati con il PNRR. Abbiamo trovato comunque un finanziamento sostitutivo grazie al decreto aiuti che ci ha permesso di assicurare una copertura finanziaria.

Alcuni centri che avevamo aperto hanno grossi problemi di ammarolamento. Ora grazie anche ai rilievi da parte di ARPA li stiamo progressivamente mettendo in sicurezza. È un lavoro che va fatto sia per tutelare i lavoratori che per la situazione ambientale.

A breve aprirà anche il centro di raccolta in via del Casale Cerroncino, nel 3° municipio. Per Ostia invece è previsto un centro, sperando al più presto di riuscire a dare un cronoprogramma di queste aperture. Ricordo comunque che oggi stiamo sopperendo con le aperture straordinarie dei centri di raccolta mobili, che girano nei territori e fanno il lavoro già svolto dai municipi durante le domeniche del mese.

La Capitale ha anche il problema degli sfasciacarrozze presenti in città, dove spesso bruciano rifiuti illegali o comunque dannosi per lambiente. Come pensate di muovervi?

Per gli sfascia-carrozze, in particolare quelli che sono andati a fuoco l'anno scorso a Centocelle, è stata fatta un'ordinanza da parte del Commissario, affinché gli operatori sistemassero e rimuovessero le parti combuste. Il 29 marzo c'è stato un sopralluogo per verificare il lavoro che è stato fatto, perché in caso di inadempienze i lavori verranno fatti dal Comune "in danno" (a spese pubbliche). Contemporaneamente quell'area diventerà parte del Parco di Centocelle.

Stiamo rimuovendo infatti tutte le attività non compatibili con il parco, al contempo stiamo portando avanti un lavoro insieme al Dipartimento dell'Urbanistica per l'individuazione di aree necessarie proprio al ciclo dei rifiuti, che prevedono la demolizione delle auto. C'è da dire che in questo momento Roma ha pochissimi auto-demolitori e, chiaramente, questo è un servizio che deve essere garantito nel rispetto della legalità e dell'ambiente.

È chiaro che, in un'ottica di economia circolare, stiamo pensando anche di realizzare degli impianti in grado di riciclare quasi tutte le parti di un'auto.

Roma nei prossimi anni sarà interessata da due grandi eventi: Giubileo ed Expo. Queste manifestazioni aumenteranno il flusso di persone in città. Avete già in mente una programmazione? Come cambierà la città? 

Il Comune e AMA hanno fatto, su indicazione degli obiettivi posti dalla politica, un piano industriale che risponde esattamente alle esigenze dell'anno giubilare. Consultando il documento è possibile notare come sia previsto un picco di assunzioni tra il 2022, il 2023, il 2024 e il 2025. Rispettando questo programma Roma avrà la capacità di trattare e smaltire anche il surplus di rifiuti prodotti.

C'è poi da sottolineare una cosa: è vero che un'occasione del genere ci coinvolgerà per 365 giorni, ma è altrettanto vero che il numero di turisti che è tornato in città è già alto.

Non dobbiamo aspettare il Giubileo per essere pronti. Questo sistema deve diventare strutturale. Se oggi abbiamo la possibilità di raccogliere tutti i rifiuti e non lasciarli a terra è anche perché, avendo messo in conto il termovalorizzatore, è stato possibile riacquistare credibilità e riuscire a fare dei contratti pluriennali che ci permettono di trattare tutte le tonnellate dei rifiuti che produciamo.