Ecco come il Piano Alimentare Mondiale del World Food Programme sta aiutando i Paesi vittime della crisi climatica

Cos’è il PAM e cosa fa il World Food Programme per aiutare i Paesi vittime degli effetti del riscaldamento climatico? Ecco gli ultimi dati del lavoro svolto, riportato dalle ultime analisi del WFP.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Castagna 25 Novembre 2022

In questi ultimi mesi del 2022 i disastri climatici stanno mettendo a rischio non solo la vita interi Paesi, ma anche  la possibilità per le popolazioni locali di assicurarsi beni di prima necessità come il cibo.

Questo è ciò che riporta la FAO in uno dei suoi ultimi report. Secondo l'ente infatti, "circa 193 milioni di persone sono state esposte al rischio di insicurezza alimentare acuta a livelli critici o peggiori (fasi 3-5 dell’IPC/CH) in 53 paesi o territori". 

Intervenire sulle cause profondo che si celano dietro alle crisi alimentari è l'unica soluzione per contrastare le disuguaglianze e il cambiamento climatico.

Oltre ai fattori ambientali, nel 2022 i prezzi dei prodotti alimentari hanno subito un'impennata su scala globale. Lì dove nei Paesi occidentali ancora non ci si fa nessuno scrupolo nel buttare o meno un cibo in scadenza, aumentano sempre più rapidamente i Paesi in cui la fame e la povertà mettono a dura prova l'esistenza di alcuni Paesi.

Si tratta di un tema che abbiamo già approfondito diverse volte, e che parte da un assunto: attualmente la Terra a livello alimentare non produce meno prodotti di quanti ce ne servono. Al contrario, siamo noi a non saper gestire quest'enorme quantità di cibo.

Se da una parte si combatte nel mondo per raggiungere l'obiettivo "Fame Zero" entro il 2030, dall'altra, in Medio Oriente e nel Nord Africa (MENA) la povertà e la fame continuano ad aumentare. Tra le cause: fenomeni ambientali, mala organizzazione delle catene di produzione e il crescere dei conflitti. Chiaramente, come puoi immaginare, la crisi russo-ucraina ha peggiorato lo scenario a livello mondiale.

Alcuni Paesi come lo Yemen dipendono totalmente dall'importazione di alimenti come il grano e l'olio di quelle zone. L'aumento dei prezzi ha riguardato anche i fertilizzanti, e i disastri ambientali hanno peggiorato le situazioni a livello locale. Per questo motivo è fondamentale che i Paesi più sviluppati tornino a parlare di assistenza umanitaria.

È in questo contesto che si inserisce l'attività del World Food Programme, la principale organizzazione umanitaria e agenzia delle Nazioni Unite. Secondo l'organizzazione infatti, "entro il 2030 le importazioni di cereali in Paesi come Egitto, Iraq e Giordania aumenteranno del 20% o più". E senza delle soluzioni a lungo termine, le politiche agricole locali tradizionali subiranno un crollo.

Nella regione MENA, che si estende dal Marocco e attraversa la fascia nord-occidentale dell'Africa , fino all'Iran, il PAM ha introdotto dei pannelli fotovoltaici e metodi agricoli collaudati per sviluppare le conoscenze e l'esperienza degli agricoltori, rendendoli in grado di affrontare la crisi climatica.

Così facendo i contadini riescono a risparmiare denaro, rendere più efficiente l'uso dell'acqua e sostenersi. Devi sapere infatti che la regione MENA è una delle più aride al mondo.

E lo stesso sta accadendo in Iraq, Egitto, Palestina e Libia, dove il Programma alimentare mondiale (PAM) permette loro, grazie all'installazione di pannelli solari, di migliorare l'accesso all'acqua e ridurre i costi del carburante per i piccoli agricoltori.

Secondo gli ultimi dati del PAM, i progetti di adattamento al cambiamento climatico del PAM in Egitto "hanno migliorato la gestione della terra e dell'acqua di oltre 10.000 acri. La produttività dei terreni è aumentata del 40%, i costi dei fattori di produzione si sono ridotti del 25-40% e le perdite di raccolto sono diminuite di quasi il 50%".

Per questo motivo è necessario non solo lavorare ai finanziamenti per il Loss and Damage, dal momento che i Paesi sviluppati hanno accelerato il riscaldamento globale.